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DDL per il ritorno al nucleare. Gli esperti: «Energia né pulita né sostenibile»

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Il ministero dell’ambiente ha inviato al governo il disegno di legge per il ritorno al nucleare in Italia, puntando sui cosiddetti reattori modulari di piccole dimensioni. «Un problema ancora maggiore per scorie e sicurezza, e non si tratta di energia rinnovabile» spiegano il fisico Vittorio Marletto e il chimico Vincenzo Balzani.

DDL per il ritorno al nucleare. Gli esperti: «Energia né pulita né sostenibile»

Il governo l’aveva annunciato e ora ha avviato l’iter legislativo per il ritorno al nucleare. Lo scorso anno aveva inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima, in cui era stata inserita un’intera sezione sul nucleare, da cui si vorrebbe ricavare al 2050 l’11% dell’energia elettrica totale richiesta, con una possibile proiezione verso il 22%. Ora arriva il DDL, che punta soprattutto sui reattori modulari di piccole dimensioni, i cosiddetti Small Modular Reactor. «Ma sarebbe un problema ancora maggiore per le scorie e la sicurezza, inoltre non si tratta di energia rinnovabile» spiegavano il fisico Vittorio Marletto e il chimico Vincenzo Balzani già tempo fa in una intervista per Terra Nuova.

In Italia si è tentato più volte di far rientrare dalla finestra il nucleare che, con i referendum del 1987 e del 2011, era stato fatto uscire dalla porta. E l’attuale governo ora accelera i passi e le decisioni per riaprire un capitolo che la maggior parte dei cittadini riteneva di avere chiuso. Nel settembre 2023 si era tenuta, al Ministero dell’Ambiente, la prima riunione di quella che era stata definita Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (1); questa modalità di linguaggio è stata poi riproposta più e più volte, sempre proponendo all’attenzione dell’opinione pubblica formule come «nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo». E sono entrati in scena gli Small Modular Reactor (SMR), i reattori nucleari modulari di piccole dimensioni. Ma non solo; si parla anche di Advanced Modular Reactor (AMR), reattori modulari avanzati, e di progetti quali il Divertor Tokamak Test, in cui sono impegnate diverse aziende italiane (2). 

SMR: con cosa abbiamo a che fare?

Gli SMR sono «ipotetici reattori nucleari di piccola taglia, cioè fino a un massimo di 300 megawatt, pensati per essere realizzati in fabbrica in un contenitore standardizzato, e poi trasportati presso i siti di utilizzo. Dico ipotetici perché in Occidente, al momento, sono praticamente tutti in fase di progetto o al massimo di prototipo, escluse alcune applicazioni militari» spiega Vittorio Marletto, fisico, già responsabile dell’Osservatorio Clima in Arpae Emilia-Romagna e membro dell’associazione Energia per l’Italia.

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