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Ecco quanto consumiamo l’ambiente

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Non c’è più alcun dubbio (semmai qualcuno ancora ne avesse avuti): il consumo che facciamo dell’ambiente è causa di inquinamento, surriscaldamento, impoverimento delle biodiversità. Lo dice lo studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Dallo studio “Consumption and the environment” che l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha fatto sulla situazione nella UE-27, emerge che il crescente consumo pubblico e privato di beni e servizi è causa di pressioni ambientali dirette e indirette responsabili di effetti quali il riscaldamento globale, l’impoverimento della biodiversità, l’inquinamento di aria e acqua, e l’impermeabilizzazione del suolo.
Ma il dato più rilevante è che sono i consumi delle famiglie ad essere causa delle principali pressioni ambientali e che questi sono raggruppabili in quattro settori: mangiare e bere, abitazioni e infrastrutture, mobilità, e turismo, ambiti in cui gli europei spendono di più.
Tuttavia, di portata ancora maggiore sono le pressioni indirette che si creano lungo le catene di produzione perché una quota sempre più crescente di prodotti consumati in Europa è importata, con la conseguenza che una parte considerevole delle pressioni ambientali è subita in altre parti del mondo. Uno dei principali motivi per cui il consumo di beni e servizi è in continua espansione è che i costi per la società derivanti dal degrado ambientale e dallo sfruttamento delle risorse non si riflettono pienamente nei prezzi finali, per cui si hanno beni relativamente a buon mercato, anche se nocivi per l’ambiente, gli ecosistemi e la salute umana.
La Riforma della Fiscalità Ambientale (ETR) potrebbe migliorare il rapporto tra il consumo e l’ambiente: i suoi fautori sostengono l’importanza di tassare le attività dannose per l’ambiente perché spostando il peso fiscale dal lavoro allo sfruttamento delle risorse e alle emissioni, si potrebbero combattere i consumi “insostenibili” e utilizzare il ricavato per applicare riduzioni d’imposta sul reddito delle persone.
Tuttavia, il rapporto evidenzia che sarà impossibile ridurre in maniera sostanziale l’impatto ambientale del consumo senza un cambiamento di cultura perché molti milioni di persone in tutto il mondo attualmente aspirano a guidare una macchina potente, o a possedere l’ultima dispositivo elettronico.
Per l’EEA, quindi, si impone l’attuazioni di politiche che includano nuovi strumenti normativi e volontari, che incentivino le infrastrutture sostenibili, il supporto tecnico, l’educazione e informazione del cittadino, gli appalti pubblici verdi. Leggi lo studio

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