Fermiamo le stragi di ciclisti e pedoni!
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Il rapporto Aci-Istat presentato questa mattina documenta che nell’anno 2014 ci sono stati 177.031 incidenti con 3.381 decessi e 251.147 i feriti per un costo stimato di circa 18 miliardi di euro.
I dati sono in lieve calo, ma destano molta preoccupazione, soprattutto perché a rimetterci è spesso la mobilità debole, fatta di ciclisti e pedoni. In aumento la mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% delle vittime.
Distrazione (21,4%), velocità elevata (17,3%) e mancato rispetto della distanza di scurezza non adeguate (13,4%) sono i motivi più frequenti di incidenti su strade extra urbane. In città, invece, è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare incidenti (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%).
Il 2014 però è stato un anno davvero buio per tutti i ciclisti che ogni giorno percorrono le strade, in nome della salute e dell’ambiente. L’Aci rileva una mortalità in aumento come nessun’altra categoria: 273 i morti a causa di incidenti stradali, 16.994 i feriti. i. Le biciclette continuano a mantenere, anche nel 2014, la terza posizione in graduatoria, dietro autovetture e motocicli, per numero di vittime. Se si considerano poi i soli utenti vulnerabili, escludendo i pedoni, i ciclisti rappresentano la categoria più a rischio dopo i motociclisti. Lo svantaggio femminile si presenta anche fra i ciclisti: la quota di donne vittime è pari al 16,4% contro l”11,4% degli uomini. I ciclisti deceduti, di entrambi i generi, sono più numerosi tra i 70 e gli 89 anni (42,5% del totale ); fra i feriti, invece, le percentuali più elevate si registrano per le età comprese tra 35 e 54 anni (circa il 33% del totale). Un numero significativo di vittime e feriti si registra anche tra i bambini di 10-14 anni (6 morti e 906 feriti), e i giovani 15-19enni (8 morti e 1.130 feriti).
L’azione più concreta per arginare il rischio rimane quella di limitare la velocità oraria nei centri urbani e favorire la mobilità lenta. È lo stress, la corsa dell’ultim’ora, la distrazione, ma soprattutto la velocità a determinare maggiormente la gravità delle collisioni e degli incidenti.
A questo riguardo segnaliamo che fino al 31 dicembre c’è la possibilità di iscriversi al concorso a premi rivolto ai bambini di tutta Italia nell’ambito della campagna FIAB #30elode sulla sicurezza nelle città. Un’iniziativa nata per sostenere la richiesta di introdurre nel nuovo Codice della Strada il limite dei 30km/h come standard di velocità nelle strade urbane.
Per partecipare al concorso “Caro Renzi, vorrei andare in bici perché…” i bambini tra i 5 e i 13 anni devono semplicemente scrivere una email al Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il modulo su www.30elode.org/scrivi-a-renzi/ in cui spiegano perché per loro è importante andare in bicicletta. Le lettere inviate vengono pubblicate settimanalmente sul sito www.30elode.org e condivise su Facebook e Twitter nelle pagine dedicate alla campagna #30elode.