Gli italiani esportano sempre più armi
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Finalmente, con un ritardo che ha fatto innervosire ed inquietare le associazioni pacifiste italiane, è stato reso pubblico il Rapporto 2012 sul commercio delle armi che ogni anno il governo italiano è chiamato per legge a redigere. “Un rapporto reso noto con un forte ritardo che si caratterizza per un’ingiustificata mancanza di documentazione rispetto a quella fornita dagli ultimi Governi sulle tipologie di armamenti esportati e per diverse informazioni contraddittorie e inconsistenti” ha commentato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo.
Le armi sono finite nelle zone “calde” del pianeta, attraversate da conflitti e governati da feroci dittatori, dal Nord Africa al Medio Oriente fino al sub-continente indiano. I principali destinatari sono l’Algeria (477,5 mln di €), seguita da Singapore (395,28 mln. di €) e Turchia (170,8 mln. di €). Nel rapporto mancano inoltre importanti informazioni sulla trasparenza e la tracciabilità delle operazioni legate agli armamenti. Lo scorso anno nel periodo delle rivolte della cosiddetta ‘Primavera araba’, dalla Provincia di Brescia sono state esportate “armi e munizioni” per un valore complessivo di 6,8 milioni di euro ai paesi del Nord Africa, e oltre 11 milioni di euro ai paesi del Medio Oriente. La Rete italiana per il disarmo e la Tavola della Pace chiedono al Governo Monti un “incontro urgente” sulle politiche delle esportazioni militari del nostro paese.