«In occasione della comunicazione dei risultati del secondo trimestre dell’anno, UniCredit ha annunciato la decisione di adottare una politica che porti progressivamente fino a zero entro il 2028 qualsiasi finanziamento a progetti e società coinvolte nel business del carbone»: lo annunciano Greenpeace e Re:Common sui rispettivi siti web.
«In occasione della comunicazione dei risultati del secondo trimestre dell’anno, UniCredit ha annunciato la decisione di adottare una politica che porti progressivamente fino a zero entro il 2028 qualsiasi finanziamento a progetti e società coinvolte nel business del carbone»: lo annunciano Greenpeace e Re:Common sui rispettivi siti web.
«La politica si applicherà all’intero gruppo internazionale e l’intero settore del carbone, inclusi impianti di produzione elettrica e miniere, e alle operazioni in qualsiasi parte del Pianeta. A settembre saranno pubblicati dalla banca i dettagli sull’operalizzazione della sua policy» proseguono le due associazioni.
«Con questa decisione UniCredit accoglie in toto le richieste che portiamo avanti dal 2019 insieme a Re:Common, spingendo il management della Banca a prendere seriamente la sfida dei cambiamenti climatici e farla finita col carbone al più presto. Ciò significa che UniCredit smetterà di finanziare grosse utility tedesche e dei paesi dell’Est Europa che ancora resistono la fine del carbone in barba ad ogni impegno internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici e a favore della salute delle popolazioni locali impattate da questi progetti nocivi».
“La decisione di UniCredit rappresenta una vittoria importantissima per Re:Common”, commenta Alessandro Runci, fossil finance campaigner di Re:Common.
“La nostra campagna determinata e puntuale ha mosso in pochi mesi una delle principali banche italiane a prendere una leadership a livello internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici. Aspettiamo con fiducia la pubblicazione di tutti i dettagli della nuova politica. E’ giunto il momento che il principale competitor nostrano, ossia Intesa Sanpaolo, che ama fregiarsi dell’appellativo di ‘banca di sistema’, si svegli finalmente dall’incubo dell’economia fossile e si prenda anche le proprie responsabilità prima che sia troppo tardi ed il sistema climatico del pianeta collassi”.
“La decisione di Unicredit ha un’ importanza enorme per il clima, ed è anche la testimonianza che la mobilitazione della società civile può avere un ruolo decisivo” – spiega Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia – “Fino a qualche tempo fa le banche non avevano alcun interesse a disinvestire dai combustibili fossili, oggi invece – soprattutto grazie alla pressione di associazioni, movimenti, e cittadini – una delle principali banche italiane compie un passo importantissimo. Il carbone è sempre più parte del passato, ed ora è giunto il momento di abbandonare del tutto anche petrolio e gas per contrastare davvero la crisi climatica.”