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Il caldo rallenta la produzione di energia

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La produzione di energia produce Co2 e fa aumentare le temperature, ma è vero anche il contrario: il caldo riduce l’efficienza delle centrali termoelettriche
Le temperature aumentano per via delle emissioni dovute alla produzione di energia. Ma l’innalzamento delle temperature causa anche una diminuzione dell’efficienza nella produzione energetica. Insomma, siamo in presenza di un cane che si morde la coda.
In uno studio pubblicato su Nature Climate Change, esaminando le previsioni sui corsi d’acqua utilizzati nel raffreddamento di 61 centrali elettriche europee e 35 negli Usa, gli analisti dell’ Institute for Applied Systems Analysis (Iiasa), indicano che in futuro il riscaldamento globale potrebbe portare a una perdita di produttività energetica fino al 20%. Gli impianti termoelettrici, cioè quelli che usano combustibile nucleare o fossile per trasformare l’acqua in vapore che fa girare le turbine, sono responsabili del 90% dell’elettricità prodotta negli Usa e del 75% di quella europea.
L’aumento delle temperature nel prossimo futuro non causerà solo siccità e carestie, ma metterà a rischio anche la produzione di energia elettrica. La capacità produttiva potrebbe ridursi in percentuali variabili tra il 6% e il 19% in Europa e tra il 4% e il 16% negli Stati Uniti. Le più vulnerabili sono le centrali più vecchie, che vengono raffreddate pompando direttamente l’acqua fredda nelle turbine, mentre quelle con torri di raffreddamento avranno effetti minori: Lo scenario peggiore è quello in cui si hanno ondate di calore in cui la domanda di elettricità sale perché tutti accendono i condizionatori, ma la temperatura dei fiumi è troppo alta e rende necessario spegnere le centrali. Fatto che in Italia è già avvenuta nella torrida estate del 2008.
Fonte: Corriere.it

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