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Il CNR aggiorna il catasto delle frane sulle alpi

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Il CNR ha aggiornato catasto delle frane di alta quota nelle Alpi italiane. Il 2022 anno record nel periodo considerato. Emerge anche una tendenza all’aumento di questi eventi con il passare degli anni, «con ogni probabilità un effetto dell’aumento delle temperature alle quote più elevate ed alla conseguente degradazione del permafrost» spiegano dal CNR.
Il CNR aggiorna il catasto delle frane sulle alpi
Il CNR ha aggiornato catasto delle frane di alta quota nelle Alpi italiane. Il 2022 anno record nel periodo considerato. Emerge anche una tendenza all’aumento degli eventi con il passare degli anni, «con ogni probabilità un effetto dell’aumento delle temperature alle quote più elevate ed alla conseguente degradazione del permafrost» spiegano dal CNR.
Attualmente il catasto contiene informazioni relative a 772 processi di instabilità naturale (frane, colate detritiche, instabilità glaciale), avvenuti nelle Alpi italiane ad una quota superiore ai 1500 metri durante il periodo 2000-2022.
«Fra le tipologie di processi più frequenti si segnalano 279 crolli di roccia, pari al 36 % del totale e 191 colate detritico-torrentizie, pari al 25% del totale dei processi censiti – scrive il CNR – Le regioni maggiormente colpite risultano essere la Valle d’Aosta (311 processi, pari al 40,3% del totale), La Lombardia (147 processi, pari al 19,1% del totale) e il Piemonte (126 processi, pari al 16,3% del totale), seguito a breve distanza dal Trentino Alto Adige con 121 processi, pari al 15,7% del totale. L’anno record per il periodo considerato è sicuramente il 2022, per il quale sono documentati 71 processi di instabilità e di questi, ben 60 (85 %) sono avvenuti in estate».
«Il riscaldamento globale è oramai sotto gli occhi di tutti e gli scenari futuri non sono per niente rassicuranti – scrivono ancora dal CNR – Fra le aree del Pianeta in cui il riscaldamento globale si manifesta in modo evidente vi sono gli ambienti alpini di alta quota che, proprio per questa loro caratteristica, vengono considerati degli ottimi indicatori del clima che cambia. Tra i principali effetti dei cambiamenti climatici che si possono osservare in questi ambienti vi sono: la forte riduzione delle masse glaciali, la diminuzione della copertura nevosa, la degradazione del permafrost, la migrazione verso quote più elevate degli ecosistemi e, non ultimo, l’aumento dei processi di instabilità naturale (generalmente indicati come frane)».
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LETTURE UTILI

Questo libro nasce nell’ambito del progetto I Custodi del Pianeta, ideato nel 2019 da La Grande Via, l’associazione fondata dal dottor Franco Berrino e dalla giornalista Enrica Bortolazzi, che vuole aiutare i bambini a riconnettersi a Madre Terra, affinché possano volare verso il futuro senza sradicarsi. Per rivolgere lo sguardo sereno al domani è indispensabile provare devozione verso ciò che ci è stato tramandato.

Quindici medici si mettono a disposizione del progetto I Custodi del Pianeta trasformandosi in narratori d’eccezione per portare salute ai bambini e alla Terra.
Ventuno fiabe e filastrocche illustrate trasmettono ai bambini da 3 a 12 anni i valori indispensabili per una vita sana e felice: l’amore per il Pianeta, il piacere di un’alimentazione naturale e varia, l’importanza dell’amicizia e del rispetto reciproco, il messaggio pieno di senso della malattia.
Epidemiologi, oncologi, neurologi, pediatri, ginecologi, medici esperti in nutrizione, medici di famiglia, omeopati, medici antroposofi, per la prima volta insieme, parlano ai bambini attraverso la fiaba, uno dei più antichi strumenti di guarigione e di crescita interiore.
Si ringrazia Paola Bertagnin Benetton per avere creduto ai Custodi del Pianeta, quando erano ancora molto piccoli.
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Sofia, la giovane protagonista di questo libro, è in sintonia con i tantissimi giovani che in tutto il mondo scendono in piazza chiedendo che gli adulti facciano qualcosa contro il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.

Nelle generazioni più giovani cresce la consapevolezza che se non interveniamo ORA, il pianeta e tutti i suoi abitanti non avranno futuro. 
La presa di coscienza di Sofia, la solidarietà che esprime verso le specie e le popolazioni più a rischio raccontano che possiamo ancora fare qualcosa, che ognuno di noi può fare la differenza. Insieme per salvare il mondo è infatti una storia ottimista con un lieto fine che tutti auspichiamo. 
Nella parte finale del libro sono presenti spiegazioni scientifiche molto utili sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale, e approfondimenti che analizzano cosa sta succedendo ad alcune specie a rischio di estinzione: l’orso polare, la tigre del Bengala, la tartaruga di Kemp, le api e il fenicottero andino. Ma anche alcuni insediamenti umani sono gravemente a rischio: ad esempio la popolazione della Repubblica della Kiribati, i contadini siriani e i pescatori del New England potrebbero diventare presto i nuovi rifugiati climatici a causa della distruzione delle condizioni che consentono loro di sopravvivere nei luoghi di nascita.
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Considerato da molti critici come uno dei libri più stimolanti e provocatori di Thich Nhat Hanh, ” L’unico mondo che abbiamo” suggerisce una visione cruda e drammatica del futuro del nostro pianeta, senza però fermarsi alla sterile denuncia dello stato delle cose.

Anzi, il libro si presenta come un appello accorato e ricco di speranze, dove Thich Nhat Hanh, con il suo linguaggio profondo e toccante, offre una chiara visione della via da percorrere per uscire dalla grave crisi culturale e ambientale che investe tutta la Terra: impegnarsi attivamente e in prima persona è la chiave per la sopravvivenza collettiva e individuale.
La ricchezza e l’unicità di questo libro è nella grande visione d’insieme, che unisce ambientalismo e crescita interiore.
“Solo combinando difesa dell’ambiente e pratica spirituale” suggerisce Thich Nhat Hanh, maestro del buddhismo impegnato “sarà possibile trovare gli strumenti per una trasformazione profonda del nostro stile di vita e insieme dell’attuale modello culturale ed economico”.

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