Il ridicolo dei ministri sull’Ilva
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Un articolo del Guardian titolato “Una città italiana lotta per la sopravvivenza contro l’inquinamento dell’acciaieria Ilva”, mette in luce la contraddizione dei nostri ministri di fronte al lavoro della magistratura e alle reali condizioni di pericolo per la salute e l’ambiente di chi vive nella città pugliese. L’autore dell’articolo, Tom Kimton, non dimentica di citare che l’Ilva dà lavoro a 12.000 impiegati e che rappresenta un soffio di vita per l’economia locale in crisi. Ma sa anche che “da tempo è stata accusata di sterminare la popolazione locale, vomitando nell’aria una miscela di minerali, metalli e diossine cancerogene – che secondo uno studio del 2005 rappresentano l’8,8% delle diossine totali emesse in Europa”. Eccoci dunque al succo della questione, che mette in risalto lo stupore di chi con lucidità ci guarda dall’esterno. “Pochi, si sono stupiti questo mese quando un magistrato ha ordinato la chiusura degli altiforni più inquinanti, descrivendo l’Ilva come “un disastro ambientale…. Ma ciò che è accaduto dopo è stato meno prevedibile. I sindacati hanno scioperato per protestare contro la decisione del magistrato, bloccando le strade con striscioni. “I livelli di diossina sono stati ridotti e con le nuove tecnologie le emissioni si possono diminuire ulteriormente, senza dover fermare la produzione”, ha affermato Rocco Palombella, segretario generale della UILM, che dice di aver lavorato accanto ad altiforni a 1300 gradi per 36 anni senza mai ammalarsi. Il governo ha quindi (una volta tanto, ndr) appoggiato i sindacati; il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato che per raffreddare gli altiforni servirebbero otto mesi, durante i quali la competizione cinese batterebbe cassa. Ed è curioso che il Ministro della Salute abbia fatto presente che perdere il lavoro faccia male alla salute”. Sappiamo che il caso è complesso e non merita di essere liquidato con qualche battuta. Viene spontaneo chiedersi come avrebbero affrontato questa vicenda in Gran Bretagna? Il giornalista cita un’intervista rilasciata da Bonelli dei Verdi: Bilbao e Pittsburgh ce l’hanno fatta grazie agli investimenti, perché Taranto no?”. Una domanda che sottende la critica alla scarsità dell’intervento governativo. Anche i tecnici non tradiscono la fama dei politici connazionali.