Il 2 settembre 2021, a Marsiglia (Francia), si terrà il primo congresso internazionale sulla decolonizzazione della conservazione. Intitolato
“Our Land, Our Nature”, vi parteciperanno relatori e rappresentanti indigeni da 18 diversi paesi del mondo per condividere prove e testimonianze dirette dei furti di terra e delle atrocità compiuti nel nome della conservazione, e per proporre un modello di conservazione alternativo.
Nato come contro-congresso, si terrà appena prima del World Conservation Congress di IUCN (International Union for Conservation of Nature), che avverrà nella stessa città.
«La narrativa del ‘30×30’ e quella delle ‘Soluzioni Basate sulla Natura’ sono una
#BigGreenLie, una grande bugia verde» ha dichiarato
Caroline Pearce, Direttrice Generale di
Survival International. «Le ‘Aree Protette’ non forniscono una soluzione alla crisi climatica, alla perdita di biodiversità o alle pandemie, e hanno già privato milioni di persone dei loro mezzi di sussistenza sostenibili, delle loro terre e delle loro vite. L’obiettivo del 30% danneggerà probabilmente altre centinaia di milioni di persone, tra cui i popoli indigeni che, nell’industria della conservazione, sono ridotti al silenzio».
«“Our Land, Our Nature” romperà questo silenzio e fornirà un palcoscenico (in presenza o da remoto) a leader locali, attivisti indigeni, studiosi e scienziati da ogni continente. Chiederà al World Conservation Congress IUCN di abbandonare l’obiettivo del 30% e le “Soluzioni Basate sulla Natura” in favore di approcci che mettano le persone e la giustizia sociale al centro della conservazione» conclude la ong.
Il congresso “Our Land, Our Nature” sarà trasmesso in diretta in tutto il mondo. Sarà aperto da
Fiore Longo, responsabile della campagna sulla conservazione di Survival International, che commenta: «I popoli indigeni sono i migliori custodi del mondo naturale. I loro territori oggi contengono circa l’80% della biodiversità del pianeta. Tuttavia, vengono cacciati da queste terre da un’industria della conservazione sempre più militarizzata, che stringe partnership con soggetti economici che saccheggiano la Terra per profitto. Il piano del 30% rappresenta il più grande furto di terra della storia, è fondamentalmente colonialista e razzista, e deve essere fermato».