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In piscina senza cloro

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L’ estate porta sempre con sé il desiderio di rinfrescarsi in acqua, ma se non si abita in riva al mare o vicino a un lago, solitamente la scelta propende per la classica piscina piena di cloro, che francamente non è il massimo né per la nostra salute, né per il rispetto dell’ambiente. Molti non sanno che esiste una valida alternativa alla piscina convenzionale: si chiama bio-lago balneabile o piscina naturale e si è diffuso a partire dagli anni ’70 soprattutto nei paesi del Nord Europa. Ora si sta affacciando anche in Italia, destando l’interesse di molti privati e si spera presto anche delle amministrazioni pubbliche locali.
Un ecosistema equilibrato
In un bio-lago balneabile la depurazione avviene in modo assolutamente naturale, quindi senza prodotti chimici, attraverso l’utilizzo di piante acquatiche e di microrganismi. Questa scelta determina un’acqua dolce, piacevole sulla pelle, senza alcun rischio di arrecare allergie, ma offre anche l’opportunità di dare vita a un ecosistema in perfetto equilibrio con la natura circostante, sia dal punto di vista biologico che paesaggistico. La piscina naturale vive le quattro stagioni in sintonia con i processi biologici. Una zona, infatti, è riservata all’uomo, dove possa nuotare e divertirsi durante tutto l’anno; l’altra, invece, è riservata alle piante acquatiche e ai microrganismi. Col tempo, nel microambiente si instau ra un habitat di flora e fauna che si rigenera seguendo i ritmi naturali. Non sarà quindi necessario svuotare ogni anno il bacino come con le piscine convenzionali, né di reimmettere acqua potabile (salvo in estate per compensare l’elevata evaporazione), né di coprire la piscina durante l’inverno, visto che le temperature rigide non ne danneggiano l’equilibrio biologico.
Un filtro naturale
Scegliere un bio-lago significa innanzitutto comprendere l’importanza dell’acqua e della natura che lo circonda. L’acqua è un ecosistema complesso, in stretto rapporto con il territorio circostante. A rendere vivo l’ecosistema del bio-lago sono gli innumerevoli organismi animali e vegetali, unicellulari e pluricellulari, che occupano ogni piccolo spazio disponibile e che sfruttano ogni tipo di risorsa. Le piante acquatiche depurano l’acqua grazie ad alcune importanti proprietà: assorbimento di metalli pesanti, filtrazione di sostanze da intorbimento, assorbimento di sostanze nutritive, assorbimento di composti organici tossici. Grazie al loro apparato radicale ramificato, contribuiscono a consolidare le sponde, migliorano la qualità dell’acqua e sono attive nel contrastare l’eccessivo accrescimento di piante acquatiche e a filtrare le sostanze sospese che possono intorpidire n l’acqua. Non meno importante è la presenza delle piante riparie e prettamente terrestri, che rappresentano un elemento di equilibrio che mette in stretta relazione l’ambiente acquatico con quello terrestre.
Non è una «pozza»
Non si deve confondere il bio-lago con una semplice pozza d’acqua: la costruzione di una piscina naturale pulita ed efficiente richiede grande esperienza e specifiche competenze professionali. Il primo passo è la valutazione del terreno e la creazione di un bacino ad hoc, la cui estensione non può essere inferiore a 150 metri quadrati e la cui profondità dev’essere, in almeno alcuni punti, di due metri e mezzo. In genere, come strato impermeabile, si utilizza una geomembrana in polietilene o ancora meglio di caucciù, quest’ultimo decisamente più ecologico anche se più costoso. Le piante acquatiche vanno distribuite secondo un preciso criterio ed inoltre è fondamentale prevedere un apparato tecnico composto da un sistema di pompe per creare una cascata o un ruscello per l’ossigenazione dell’acqua, ed alcuni filtri per depurazione. A differenza delle piscine artificiali, ormai quasi sempre prefabbricate ed inserite in pochi giorni, il bio-lago necessita di un lavoro artigianale, dove ogni pietra è pensata sul luogo ed appoggiata a regola d’arte. Questo però non vuole dire che non si possa partire da una piscina convenzionale già esistente: con degli opportuni accorgimenti, è infatti possibile apportare una conversione.
Roba da ricchi?
È inevitabile che la piscina privata sia un lusso che non tutti possiamo permetterci, vuoi per i costi di costruzione (si parla di 200-300 euro al mq) e di mantenimento (intorno ai 1200-1500 euro l’anno), vuoi per la necessità di uno spazio adeguato. Per questo è importante che il bio-lago si possa diffondere anche nei contesti pubblici. Nei paesi del Nord Europa e in Svizzera ci sono già molte piscine pubbliche naturali, mentre in Italia siamo solo agli inizi e l’unico esempio che conosciamo per ora è quello di Campo Tures (Bz), in Trentino Alto Adige, che peraltro sta riscuotendo un grande successo. La tendenza comunque è quella di una crescente diffusione dei biolaghi a livello privato e si spera che in breve questo possa «contagiare» anche l’ambito pubblico. Perché non iniziare dunque proponendo alla nostra amministrazione locale la costruzione di una piscina naturale o la conversione della presente piscina convenzionale?
Gli elementi di base
Oltre alle piante acquatiche, gli elementi per il funzionamento del bio-lago sono sempre gli stessi, con alcune varianti che dipendono dai vari sistemi.
· Un’area balneabile con un fondo visibile, coperto da un telo impermeabile: questa zona è completamente libera da piante acquatiche.
· Aree spondali periferiche meno profonde, che confinano con quella balneabile, che servono come zone di rigenerazione dell’acqua. In questa parte il telo è ricoperto di ghiaie e piante acquatiche.
· Una pompa per il ricircolo dell’acqua
· Un «lago di depurazione» a monte o a fianco della superficie di circa 1/3 rispetto a quella del lago, con piante palustri come il bambù e molte altre specie.
· Un ruscello che fa da collegamento tra il lago di depurazione e il bio-lago balneabile, in cui l’acqua, ossigenata nel contempo attraverso il movimento impresso da salti, dislivelli e piccole cascate, riappare sotto forma di una piacevolissima sorgente artificiale.
· Skimmer (retine in plastica che fungono da raccoglitori delle foglie in superficie) e filtri naturali che completano il sistema depurativo.
· Altri optional possono essere drenaggi perimetrali, pozzi di sedimentazione e una pompa speciale per la pulizia del telo nell’area balneabile.
La manutenzione
Le pompe richiedono un regolare funzionamento di almeno 12 ore nel periodo primavera-estate e di qualche ora al giorno in inverno. In caso di assenza per più giorni è comunque possibile spegnere l’impianto senza problemi. Per la pulizia del fondo nella zona balneabile, ci si può avvalere di una speciale pompa ad aspirazione, oppure di un robot da piscina. Si consigliano due interventi l’anno (ottobre, marzo/aprile). Vanno controllati periodicamente lo skimmer, per ripulirlo delle foglie morte, gli sterilizzatori, sostituendo la lampada quando necessario, e il filtro generale, che deve essere sempre pulito. Per quanto riguarda la manutenzione della vegetazione acquatica, ad inizio primavera vanno tagliate le parti danneggiate o morte, sostituite le piante eventualmente deperite e sfoltite quelle che hanno avuto un eccessivo sviluppo. Ad inizio stagione vanno apportati nuovi microrganismi. Alcune precauzioni: nelle vicinanze del lago non usare creme solari od olii abbronzanti non naturali, ma solo prodotti atossici; non camminare nelle zone di rigenerazione e ruscello; evitare lo svuotamento drastico del bacino.
di Nicholas Bawtree

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