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In Sud America per scoprire chi difende l’ambiente

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Giulia Lepori e Michal Krawczyk, una linguista ed un antropologo: pronti a partire a gennaio 2016 per un viaggio in Sud America. Al progetto hanno dato il nome di Echoes of Ecologies, quattro mesi di ricerca indipendente che raccontano ai lettori di Terra Nuova.
«“Gli echi delle ecologie” sono le voci che ascolteremo durante il nostro viaggio – spiegano Giulia e Michal – Tutti questi echi torneranno a casa con noi e da voi e non ci fermeremo qui! La nostra testimonianza delle tematiche ambientali e sociali, le problematiche e le risposte locali legate ad esse, non sarà solo importante per informare. Sarà l’inizio di una serie di azioni per mostrare che le possibilità di una vita più conviviale, tra gli umani e l’ambiente, effettivamente esistono». 
Quale l’idea che vi ha mosso nell’intraprendere questo viaggio e come lo avete preparato?
Ci ha mosso il desiderio di scoprire chi, come noi, si sta muovendo ed impegnando nella sostenibilità, sia ecologica che sociale. Da quasi due anni siamo attivi costantemente per rendere la nostra vita più rispettosa dell’ambiente e dei rapporti umani. Così abbiamo pensato di trasformare uno dei nostri viaggi in una ricerca, decidendo di abbinargli un blog foto-narrativo per documentare l’esperienza nel presente e per il futuro. Fin dall’inizio sapevamo di voler andare in Sud America sia per passione personale sia per la consapevolezza della situazione geo-politica e socio-economica. Ci motiva la fondamentale conoscenza dello spagnolo ed il fatto che il continente è uno dei maggiori testimoni delle problematiche socio-ambientali attuali. Insomma, non abbiamo tentennato nel scegliere il luogo. La preparazione del viaggio, dalle cose basilari e semplici fino alla ricerca dei contatti, dipende solo da noi. Abbiamo organizzato prima la parte essenziale (biglietti, assicurazione, mappe, alloggi e quant’altro) ed ora ci prendiamo cura della parte sociale: blog, comunicazione via mail e facebook. Tutto ciò viene fatto assieme, usando le conoscenze di cui già disponiamo. Sicuramente essere dei viaggiatori assidui e pratici ci sta aiutando molto nell’efficacia dell’organizzazione. Per quanto riguarda il blog, le nostre abilità personali hanno deciso che Giulia scriverà e Michal scatterà le foto».
Quale genere di attività intendete effettuare e quale materiale raccogliere? Con quale finalità?
Si tratterà di una ricerca sul campo ovvero un’immersione assieme alle persone nella loro quotidianità e nelle loro pratiche. In termini di argomenti, affronteremo: l’agricoltura  sostenibile ed il tema dei transgenici; la permacultura e l’agro-ecologia; la sovranità alimentare e la conservazione di semi indigeni; il diritto alla terra e all’acqua; il riciclo e la
riappropriazione degli spazi urbani. Il nostro progetto si compone di due parti, da un lato parteciperemo attivamente nelle attività dei nostri ospiti (infatti la maggior parte di coloro che visiteremo ci accoglierà in loco), dall’altro lato raccoglieremo il materiale che ci forniranno e le storie che ci racconteranno per diffonderli dal nostro blog. Abbiamo l’ambizione di creare uno strumento utile, per chi ci seguirà, con un duplice scopo: scoprire ed imparare assieme modi di vita sostenibile; riportare la nostra testimonianza di questo particolare momento storico.
Come pensate di utilizzare il materiale che raccoglierete una volta tornati?
Il blog è un mezzo di trasmissione e coesione. Ovviamente pensiamo di dare un senso a tutto ciò anche dopo il nostro rientro in Italia. Al momento è un po’ difficile prevedere come andranno i risvolti del progetto, ma sappiamo per certo di volerci avviare in un percorso di
sensibilizzazione tramite incontri, dibattiti e mostre fotografiche sulle tematiche approfondite. Saremo aperti ad eventuali collaborazioni con coloro che si impegnano anche in Italia ed in Polonia (i paesi da cui proveniamo). Diciamo che Echoes of Ecologies è solo l’inizio del tipo di vita che vogliamo avere e degli studi che vorremmo continuare ad intraprendere.
Avete chi vi sostiene? Sarete solo voi due? Avete costituito una rete di contatti o di lavoro?
Gli ideatori-promotori-finanziatori siamo solo noi due. Ci teniamo a sottolineare che il nostro è un progetto indipendente, non abbiamo dietro né istituzioni né privati, ovvero finora non ci ha finanziati nessuno. Tuttavia lanceremo un crowdfunding per ì raccogliere dei fondi da utilizzare per gli spostamenti sul posto, che avverranno per mezzo del trasporto pubblico via terra. La nostra rete di contatti nasce ugualmente solo dal nostro impegno e dalle nostre conoscenze previe. Qualche mese fa abbiamo iniziato a creare un intreccio di contatti tra associazioni – collettivi – singoli che visiteremo in Sud America. Questo ci è servito e continua a servirci come punto di partenza, ma il nostro obiettivo è scoprire e aggiungerne di nuovi durante il tragitto. Ora stiamo ampliando il cerchio per inserire lo stesso tipo di associazioni anche in Italia e in Polonia. Parecchi stanno dimostrando il loro interesse e ci stanno aiutando a diffondere l’iniziativa. Ultimo, ma non meno importante: l’Associazione Italiana del Turismo Responsabile ci ha proposto il patrocinio alla ricerca. Siamo molto gioiosi e speriamo di continuare a “tessere ponti”!

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