Arriva l’ennesimo stop per l’inceneritore di Firenze. Come fa sapere il comitato “Mamme no inceneritore”, la Regione Toscana si è rifiutata di rilasciare una nuova autorizzazione a Q.Thermo, che ora chiede risarcimenti.
«Salvo sorprese dell’ultimo minuto, con la Conferenza dei Servizi dello scorso 28 gennaio il
procedimento avviato a dicembre 2018 dalla Direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana porta un altro NO netto all’inceneritore di Firenze» : lo fa sapere il comitato “Mamme no inceneritore” che da tempo si batte contro la realizzazione dell’impianto.
«Q.Thermo, società partecipata dal gestore toscano dei rifiuti Alia spa e da Sviluppo Ambiente Toscana del gruppo emiliano Hera, infatti aveva fatto istanza di rinnovo parziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto – prosegue il comitato – Tale richiesta di rinnovo parziale ci era suonata alquanto grottesca e non possiamo che dare il nostro plauso davanti alla scelta della Regione Toscana di rigettare l’istanza».
Le motivazioni del rigetto dell’istanza
«Q.Thermo chiedeva di ottenere una nuova Autorizzazione tralasciando il motivo che aveva determinato l’annullamento definitivo della Autorizzazione in Consiglio di Stato, ossia la questione della mancata realizzazione delle opere di compensazione ambientali (i cosiddetti Boschi della Piana). La direzione Ambiente ed Energia ha affermato che l’istanza non può essere accolta in quanto: “il progetto presentato non contiene, in relazione a quanto eccepito dal Consiglio di Stato, un progetto per la realizzazione in tempi e modi certi delle opere di mitigazione che determino gli effetti auspicati dalla VIS (Valutazione di Incidenza Sanitaria) del 2005, né una rivalutazione complessiva della situazione ambientale e sanitaria della Piana che tenga conto degli effettivi cumulati derivanti dall’eventuale sviluppo infrastrutturale nell’area”».
Un bosco per assorbire le emissioni
«Aggiungiamo noi che non si tengono nemmeno in conto gli effetti cumulati che già ci sono stati a causa di un enorme sviluppo infrastrutturale nell’area nei 14 anni trascorsi tra la VIS e oggi – prosegue il comitato – La direzione Ambiente ed Energia afferma inoltre che una nuova istanza dovrà prevedere, oltre ad una nuova VIS, un piano per un bosco vero e proprio già in grado all’accensione dell’impianto di assorbire le emissioni; un bosco adulto, quindi, che necessita di molti anni di accrescimento. Come abbiamo già richiesto più volte, ribadiamo che per noi l’inceneritore di Firenze deve uscire dal Piano Regionale dei Rifiuti e dal Piano di Ambito di Ato Toscana Centro».
«E non ci sfuggono certo le intenzioni di Q.Thermo, d’altronde già preannunciate nella nota integrativa abbreviata al bilancio della società al 31.12.2017: “Si sottolinea come, in caso di esito negativo del contenzioso, nel momento in cui si venisse a prefigurare la fattispecie dell’anticipata risoluzione della concessione per fatti non imputabili al concessionario medesimo, la Società, così come oltretutto espressamente previsto della Convenzione trilaterale sottoscritta fra Q.tHERmo, ex Quadrifoglio S.p.A. ed ATO Toscana Centro il 18 Ottobre 2016, procederà alla richiesta di indennizzo nei confronti di ATO Toscana Centro”».
«Sciogliere la convenzione»
«Dopo questo ennesimo stop, chiediamo a tutti i Comuni dell’ATO Toscana Centro di attivarsi per SCIOGLIERE la convenzione tra Ato Toscana Centro, Quadrifoglio (ora Alia) e Qthermo, visto che la società di scopo Q.Thermo non possiede il requisito principale, ossia il titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto – è la richiesta del comitato – Ricordiamo che la Convenzione era nata per dare, tramite la Tari pagata dai cittadini, la piena e forzata copertura economica alla gestione dell’impianto di incenerimento GIA’ AVVIATO e che adesso può quindi essere dichiarata carta straccia dall’assemblea dei sindaci».
«È giunto il momento che la politica si prenda le proprie responsabilità e faccia il passo deciso verso una gestione dei rifiuti improntata davvero sull’economia circolare, sul riciclo, sulla raccolta differenziata e sulla tariffazione puntuale. Abbiamo già perso soldi e tempo, ora è il momento di dare il via alle buone pratiche» concludono le Mamme No Inceneritore.
Richieste di risarcimento
Ma le reazioni della Q.Thermo non si sono fatte attendere e sono partite le richieste di risarcimento. Alle quali le Mamme No Inceneritore hanno una pronta replica: «Il presidente della società Giorgio Moretti, nonché ex presidente Quadrifoglio spa, riparte all’attacco con richieste di indennizzo di importo pari a 10 o 12 milioni, oppure 24 milioni tenendo conto di una fideiussione – dicono dal comitato – A noi queste spese non risultano e onestamente sembrano un po’ tantine per le sole spese di progettazione e per quelle accessorie al progetto finanziario; certo la società non sta risparmiando sulle spese legali, se pensiamo solo all’accanimento tirato avanti con una richiesta inusuale e ben poco motivata di revocazione della sentenza del Consiglio di Stato».
«Ci risulta inoltre assolutamente una sciocchezza quella di chiedere un indennizzo sul valore garantito dalla fideiussione richiesta dal GSE (Gestore del Sistema Elettrico) per l’ottenimento degli incentivi alle fonti rinnovabili; quello a cui accenna Moretti è infatti la sottoscrizione da parte di Q.tHermo di una garanzia (fideiussione) con Cassa di Risparmio di Firenze per 14 Milioni euro. Comunque forse è giunto il momento che la società metta in chiaro il rendiconto spese sostenuto, di modo che gli enti coinvolti possano verificarne la congruità. In particolare le amministrazioni comunali che costituiscono l’Ato Toscana Centro dovrebbero pretenderle. Q.tHermo ha perso la partita ma vuole portarsi via il pallone d’oro fatto con le monete della TARI pagata dai cittadini».
«Auspichiamo quindi – prosegue il comitato – che in ATO Toscana Centro e nell’assemblea dei soci sindaci si presti molta attenzione all’argomento. Nel frattempo sollecitiamo che da parte dei Comuni vi sia la richiesta di SCIOGLIMENTO della Convenzione trilaterale firmata tra ATO Toscana Centro, Qthermo e Quadrifoglio per la gestione dei flussi economici legati all’avvio di un impianto che evidentemente non vedrà mai la luce».