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«Inceneritore di Firenze: la Bei revoca i fondi»

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Niente più soldi per l’inceneritore di Firenze: la BEI, Banca europea degli investimenti, ha revocato il finanziamento di 80 milioni di euro dopo che il Consiglio di Stato ha annullato nei mesi scorsi l’Autorizzazione Unica alla società QThermo – costituita da Hera e Alia spa – a costruire la società di gestione dei rifiuti della piana fiorentina. Ne danno notizia le Mamme No Inceneritore.
 
«La notizia l’abbiamo avuta dalla lettera che abbiamo ricevuto dalla BEI, la Banca Europea degli Investimenti, a seguito di un nostro quesito sulla riscontrata scomparsa dal sito web della banca di ogni riferimento al finanziamento richiesto dalla società QThermo per la costruzione dell’inceneritore di Firenze» spiegano le Mamme No Inceneritore.
«La BEI ci ha risposto che il finanziamento (80 milioni di euro) è stato cancellato a seguito della sentenza del Consiglio di Stato e del conseguente annullamento dell’Autorizzazione Unica a costruire. Con questo annullamento del finanziamento, il progetto dell’inceneritore di Firenze perde circa la metà dei suoi potenziali finanziamenti».
«Indagando abbiamo scoperto inoltre che Qthermo aveva partecipato alla procedura d’asta del Gestore del Sistema Elettrico per ottenere incentivi alle fonti rinnovabili – prosegue l’associazione – Purtroppo a tutt’oggi in Italia vengono utilizzati soldi pubblici, pagati dai cittadini nella bolletta dell’elettricità, per finanziare inceneritori di rifiuti, equiparandoli sostanzialmente  alle fonti davvero rinnovabili come solare ed eolico. Ebbene, anche questa stampella economica, che avrebbe dovuto sostenere l’impianto per 20 anni (tale la durata prevista degli incentivi), è decaduta per la mancanza del titolo autorizzativo».
«A questo punto ci chiediamo, come sia possibile che qualcuno continui a pensare a questo scellerato progetto quando mancano non più solo l’Autorizzazione a costruire ma anche i soldi per costruirlo e gestirlo?».

Vengono a meno i finanziamenti

«Il presidente di Qthermo Moretti sa benissimo che senza il possesso del titolo autorizzativo a costruire l’inceneritore di Firenze, nessun istituto bancario potrà sostenere il project financing – proseguono le Mamme No Inceneritore – Semplicemente la Banca Europea degli Investimenti è più trasparente delle banche nostrane e, a domanda del cittadino, risponde. Quello che fa rabbrividire e ciò  che emerge dall intervento ossia la nonchalance dell’imprenditore consapevole di non rischia nulla, perché sa che queste sono operazioni dove il rischio di impresa se lo accollano inconsapevolmente a ignari cittadini che pagano la Tari».

Le convenzioni stipulate

«Ricordiamo bene la convenzione stipulata tra Ato Toscana Centro (con presidente Bettini, che è anche assessore al Comune di Firenze), Quadrifoglio (con quota di maggioranza relativa detenuta sempre da Comune di Firenze) e Qthermo stessa – aggiunge l’associazione –  dove si affermava che anche qualora l’impianto non avesse avuto sufficienti rifiuti da bruciare (ad esempio per incremento della raccolta differenziata) o fossero stati ridotti o addirittura azzerati i discutibili incentivi nazionali alle fonti rinnovabili dedicati agli inceneritori, i cittadini delle province di Firenze-Prato-Pistoia avrebbero dovuto pagare la differenza per far avere a Qthermo gli stessi ricavi che ipotizzano di avere con l’impianto funzionante a pieno regime (e a pieni incentivi)».
«Ci preme far emergere le responsabilità politiche che stanno dietro alla scatola societaria: ad oggi il maggior azionista, il sindaco metropolitano fiorentino non sembra aver abbandonato il sogno dell’incenerimento e in Regione la maggioranza politica, che evidentemente continua a non disdegnare questo approccio alla gestione dei rifiuti,  non si è ancora mossa per stralciare l’impianto dalla programmazione regionale».

Le domande scomode

«Al presidente Moretti, che ricordiamo rappresenta una società prevalentemente pubblica – dice l’associazione – chiediamo: è davvero cosi sicuro di trovare un istituto bancario che è pronto a rifinanziare più della metà del progetto sapendo che:
A – la società richiedente non è in possesso delle autorizzazioni;
B – la società richiedente ha già perso due cause, presso il Tar della Regione Toscana e il Consiglio di Stato
C – i finanziamenti derivanti dall’asta del Gestore del Sistema Elettrico per ottenere incentivi alle fonti rinnovabili, che avrebbe dovuto sostenere l’impianto per 20 anni (tale la durata prevista degli incentivi), sono decadute per la mancanza del titolo autorizzativo».
«Se il Presidente Moretti è cosi sicuro, può avvertire quanto prima il suo consiglio di Amministazione e i suoi soci su quali sono davvero gli istituti bancari pronti a finanziare la costruzione dell’inceneritore di Firenze? Infine concludiamo condannando l’atteggiamento arrogante e sprezzante verso i veri finanziatori e clienti della società che rappresenta, i cittadini, quando afferma che “il taglio di questo finanziamento significa un impatto sul costo annuo di circa 300mila euro, un maggior costo di tariffa di conferimento di un massimo del 3-4%: irrilevante”. Quindi un costo ulteriore per i cittadini del 3-4% per il Presidente Moretti è irrilevante. Siamo davvero sicuri che la pensano cosi anche i soci di Alia e i Comuni dell’ATO Toscana Centro?».
«Davanti a queste novità chiediamo al presidente della Regione Toscana e all’assessore all’ambiente di dare subito il via a tutte le azioni necessarie per poter arrivare entro il 2019 alla realizzazione del nuovo piano regionale dei rifiuti, rivoluzionando la gestione rifiuti, che deve passare da mediocre a virtuosa,  e stralciando definitivamente il progetto dell’inceneritore di Firenze!» concludono le Mamme No Inceneritore.

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