Caso emblematico (ma se ne potrebbero citare anche altri) è l’inceneritore di Modena: può bruciare fino a 240mila tonnellate di rifiuti, ne arrivano da tutta Italia per far funzionare a pieno ritmo i camini. Ma con il superamento dei limiti di inquinamento non ha nulla a che fare, come ribadito dall’amministrazione comunale. Ad avanzare due critiche a queste affermazioni è Silvano Guerzoni, presidente del comitato ambientalista cittadino, Modena Salute Ambiente.
Guerzoni controbatte alle affermazioni del neo-assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Giulio Guerzoni. Il quale aveva detto: «…per chiederci se il piano di emergenza non debba prevedere anche uno stop all’inceneritore: «Io sto a quanto scritto nel piano e quanto detto dagli esperti: l’inquinamento da inceneritore non incide per nulla sulla qualità dell’aria che respiriamo. Ciò che dobbiamo monitorare, oltre al traffico, sono le aziende e il riscaldamento».
«Queste affermazioni contrastano in modo netto e preciso con i dati forniti da Arpa e da Hera, oltre che con qualsiasi evidenza tecnico-scientifica – spiega Guerzoni – Per cui nascono forti dubbi di competenza e/o coerenza. Una specie di autoassoluzione, per capirci. Sinceramente siamo un po’ delusi di ripetere le stesse cose alle nuove leve del potere e ci si augurava che almeno le basi tecniche venissero passate da una generazione all’altra. Comunque repetita iuvant. Intendiamoci, è necessario chiedere limiti ai cittadini sulle loro attività/consumi inquinanti (auto, riscaldamento ecc.) mettendo in discussione stili di vita, consumismo ecc. E non tutto l’inquinamento viene dall’inceneritore, ma coerenza vorrebbe che si guardasse in casa propria prima di chiedere limitazioni agli altri. E invece quando le medesime considerazioni-limitazioni vanno a toccare scelte fatte dai suddetti amministratori, scatta una sorta di muro del silenzio, appuntol’innominabile Inceneritore. Eppure c’è e pure raddoppiato di recente (purtroppo)».
La premessa
Guerzoni fa una premessa. «L’inceneritore di Modena è situato a soli 3.6 km in linea d’aria da Piazza Grande, il cuore della città, direzione Nord; è il più grosso forno singolo, e di conseguenza la più grossa fonte inquinante singola, della intera regione Emilia Romagna. E’ alto come circa come la Ghirlandina, la torre campanaria della città, 80 metri. Ogni anno emette e disperde in ambiente oltre 2 miliardi di metri cubi di “emissioni inquinanti” e tonnellate su tonnellate degli inquinanti.
Si veda immagine sotto, dallo Studio di Impatto Ambientale di META (poi Hera) del dicembre 2003 !
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Per rendere meglio l’idea, si tratta di circa 240.000 metri cubi/ora emessi, ovvero quello che esce dall’inceneritore riempie di emissioni inquinanti l’intero volume dello stadio di calcio di Modena,gradinate e tribune comprese, ogni ora di ogni giorno dell’anno».
Area di ricaduta
«La sua area di ricaduta principale arriva praticamente su tutto il Comune di Modena, e sui sei Comuni della cintura Nord : Campogalliano, Soliera, Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Castelfranco Emilia. Arriva anche oltre, ma per ora ci fermiamo qui. Questo impatto anche sui Comuni limitrofi non sede dell’impianto, ha previsto, da parte dei medesimi Comuni, un espresso consenso ad accettare le emissioni inquinanti provenienti dall’inceneritore di Modena e ricandenti nel proprio territorio. Questo consenso è stato regolarmente fornito gli scorsi anni».
Si veda immagine sotto
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Quanto impatta
«Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, a parte l’ovvia considerazione “nulla si crea e nulla si distrugge” quindi quello che entra nell’inceneritore,nel 2014 oltre 200.000 tonnellate, a parte la quota che resta intrappolata nei filtri, circa il 30 %, il resto viene espulso in aria, quindi stiamo parlando dicirca 120-130.000 tonnellate anno (2014) espulse. Per uno dei principali inquinanti, NO2 oppure NOx, ossidi di azoto, forse non sono molto “famosi” ma sono importanti e impattatanti, per intenderci sono gli stessi che:
1- Vengono visti e usati dalle foto satellitari che indicare le zone inquinate nel mondo.
2- Sono quelli citati nel rapporto di circa un mese fa dalla Agenzia Europea del’Ambiente come causa di problemi alla salute..
3- Sono gli stessi che hanno recentememnte messo in difficoltà un importante Marchio Automobilistico
Per questo inquinante le emissioni riconducibili all’inceneritore sono quasi il doppio dei riscaldamenti domestici.Il che rende abbastanza inefficaci le pur doverose limitazioni orarie ai suddeti riscaldamenti aventi lo scopo di limitare l’inquinamento.
Dati Arpa
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Dati Hera
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Queste sono le quantità di inquinanti emesse.
Da moltiplicare, la colonna L4 Modena, per 177.820 tonnellate bruciate nel 2012 e ottenere le quantità assolute emesse, tonnellate su tonnellate di emissioni evitabili, anzitutto evitando il potenziamento dell’inceneritore.
Confrontatele con quelle omologate per una automobile euro 5, siamo di fronte adiverse decine di migliaia di auto equivalenti».
«Dopo questa lunga e doverosa (pur parziale..) premessa arriviamo alle proposte operative pratiche:
1- Il riconoscimento dell’errore di (pre)visione strategica nella gestione rifiuti della precedente amministrazione puntato tutto sull’incenerimento dei rifiuti. Con conseguente indicazione a Hera di potenziare/raddoppiare gli inceneritori, ivi compresa Modena con il raddoppio dell’impianto.
Immagine da Studio di Impatto Ambientale del 12-2003,
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2- Questo errore trova preciso riscontro nella approvazione della recente legge regionale sulla gestione dei rifiuti che appunto indica la raccolta differenziata e il superamento della logica inceneritori da parte del Presidente della Regione Emilia Romagna.
3- Il riconoscimento pubblico dello status di fonte inquinante importante dell’inceneritore di Modena (ovviamente anche per tutti gli altri) e la conseguente adozione dei provvedimenti necessari a limitarne l’uso. Ovvero par condicio con le stesse limitazioni chieste ai cittadini.
4- Estendere tali considerazioni-limitazioni a tutti gli inceneritori, gruppo Hera in particolare.
5- Adottare provvedimenti fortemente limitanti le quantità bruciate, con il preciso obbiettivo di spegnere tutti gli inceneritori in E.R entro il 2019.
E invece anno dopo anno a Modena ne sono state bruciate sempre di più, vedi tabelle sotto:
Anno 2013: 190.835,09 di cui circa 125.000 “modenesi”, il resto da fuori Modena
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Anno 2014 :202253,35 di cui circa 125.000 “modenesi”, il resto da fuori Modena
6- Puntare seriamente sulla raccolta differenziata porta a porta e con tariffa puntuale (per far pagare ai cittadini solo ciò che non va a riciclo) e su tutto il territorio provinciale e regionale. L’unico sistema che con centri di trattamento a freddo, selezione e riciclo riescono a eliminare la necessità di incenerire. Carta e plastica in particolare, le più facili e consolidate da differenziare tolgono combustibile all’inceneritore. Gestione dei rifiuti ormai conosciute e consolidate a livello locale da Aimag su Soliera, Carpi, Novi, Medolla. Oltre che da diverse altre realtà in Italia e nel mondo».
Guerzoni conclude: «L’impianto inquina e tanto e il Sindaco e chi gestisce/controlla l’impianto dovrebbe, per responsabilità sulla salute dei cittadini e coerenza con quanto dichiarato pubblicamente, limitarne l’uso e adottare tecniche diverse per una veloce dismissione dell’incenerimento dei rifiuti. Altrimenti dobbiamo pensare che sia solo soggetto a logiche di mercato e non sia più sotto il controllo degli amministratori locali. Chi comanda Hera e con che logiche?».