È uscito il numero di aprile del nostro mensile, Terra Nuova. Il focus è sulle drastiche limitazioni e restrizioni imposte in Cina e in Italia a seguito dell’allarme coronavirus che hanno determinato un netto decremento dei livelli di inquinamento, lo segnalano gli esperti. Quindi invertire la rotta in fretta si può, ne abbiamo la prova. Ma sia una scelta virtuosa, non la conseguenza di una imposizione nell’emergenza.
“Se solo ci fosse la volontà di adottare provvedimenti drastici per cambiare paradigma e modello di sviluppo, per rivoluzionare la mobilità per indirizzare sforzi e denaro nella giusta direzione, potremmo toccare con mano una netta inversione di tendenza nell’emergenza climatica, ambientale ed ecologica che ci ritroviamo a vivere”. Non è una citazione, ma un concetto; che i lettori di Terra Nuova, i movimenti giovanili scesi in piazza seguendo l’esempio di Greta Thunberg, nonché centinaia e centinaia di scienziati nel mondo stanno ripetendo da tempo, spesso dileggiati e commiserati quasi alla stregua di “schiere di ingenui idealisti”.
Eppure, dopo due mesi di allarme coronavirus i livelli di inquinamento sono diminuiti vistosamente sia nel nord Italia, prima area del paese colpita dalle misure restrittive, che in Cina, dove il governo ha imposto limitazioni severissime ai movimenti e alle attività. Uno choc, senza alcun dubbio. Una situazione surreale di blocco, di “congelamento” delle libertà individuali e di movimento, la rivoluzione di ogni consuetudine, peraltro con bollettini sanitari che hanno scosso e continuano a scuotere fortemente la popolazione.
Invertire la rotta
Certo, non è a questo prezzo che si può nemmeno lontanamente immaginare di uscire dall’emergenza ambientale che ci sta condannando; ma una lezione va tratta. Se si vuole (in questo caso, ci si è stati costretti), si possono innescare cambiamenti radicali che possono invertire la rotta. Naturalmente, occorre arrivarci credendo fermamente che sia la direzione giusta, non nella disperazione e nel terrore di un’epidemia. Lo sostiene anche Luca Lombroso, tecnico meteorologo e divulgatore ambientale, secondo cui il beneficio ambientale può esserci solo per virtù, non per necessità. Anzi, «all’auspicata ripresa della vita normale i benefici svaniranno o, peggio, potrebbe esserci una accelerazione dei consumi per rilanciare l’economia.
Occorre altro, dobbiamo affrontare la crisi climatica e ambientale con la stessa forza e coraggio con cui combattiamo il coronavirus». Ma almeno ora sappiamo per certo che sì, è possibile! Benché non a questo prezzo.
LEGGI L’ARTICOLO INTEGRALE SUL NUMERO DI APRILE DI TERRA NUOVA CHE TROVI QUI