A fronte della drammatica alluvione che ha colpito alcune parti d’Italia, Italia Nostra, oltre a esprimere solidarietà alle popolazioni colpite, chiede «una seria riflessione sul modello di sviluppo che la nostra società continua a perseguire ciecamente».
A fronte della drammatica alluvione che ha colpito alcune parti d’Italia, Italia Nostra, oltre a esprimere solidarietà alle popolazioni colpite, chiede «una seria riflessione sul modello di sviluppo che la nostra società continua a perseguire ciecamente».
«I dati ISPRA ogni anno denunciano un consumo di suolo insostenibile, con l’impermeabilizzazione della metà dei suoli in alcune aree il cui assetto idrogeologico è estremamente fragile, con intere periferie e gran parte delle infrastrutture produttive e di mobilità esposte a frane o alluvioni –
scrive il Consiglio Direttivo di Italia Nostra – Le modificazioni del territorio (strade, costruito, impermeabilizzazione dei suoli, abbattimento degli alberi, variazioni o modificazioni degli alvei fluviali) possono pregiudicare la sicurezza dei nostri territori che sono “organismi” complessi. Fasce di mitigazione e rispetto in presenza di fiumi, seppur stagionali, non possono e non devono essere ignorate. Gli alvei, gli argini e le pianure alluvionali sono caratteri da valutare attentamente e con “rispetto” per ottenere effetti di mitigazione utili proprio in caso di eventi come quelli che stiamo vivendo».
«Eppure, mancano le strutture e gli operatori per controllare la tenuta dei territori e di fiumi perché il nostro modello di sviluppo punta sulla cementificazione piuttosto che la manutenzione. Anche il PNRR, acronimo che contiene la parola “resilienza”, contribuisce, con lo spolvero di alcuni progetti infrastrutturali superati, a coprire il nostro Paese di opere che non fanno che aggravare la vulnerabilità degli insediamenti agli eventi catastrofici – prosegue Italia Nostra – Lavoro e sviluppo sembrano ormai indissolubilmente legati al cemento e al catrame, manutenzione e cura dei territori sono invece una condanna, ma uno stipendio guadagnato controllando un argine contribuirebbe in maniera fondamentale alla ricchezza degli Italiani. Sviluppo e cura non sono in antitesi. Pertanto, Italia Nostra chiede che finalmente si approvi la legge contro il consumo di suolo, ferma da anni in Parlamento, e si proceda in tempi brevi all’approvazione da parte del Governo del Piano Nazionale di Adattamento Climatico e, soprattutto, dei decreti attuativi che definiscano le misure di prevenzione sul territorio».
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