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L’emergenza climatica si studierà a scuola. I Teachers for Future: «Non sia solo una materia in più»

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L’Italia renderà obbligatorio nelle scuole lo studio dei cambiamenti climatici: lo ha annunciato il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti con dichiarazioni all’agenzia di stampa Reuters. E i Teachers for Future commentano: «Passo positivo, ma non sia solo l’ennesima materia in più».
L’anno prossimo l’Italia introdurrà l’obbligo di studiare i cambiamenti climatici e lo siluppo sostenibile a scuola: l’annuncio viene dal ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramenti che lo ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters.
La scelta arriva dopo quella di sostenere pubblicamente gli studenti impegnati nell’ultimo sciopero per il clima, sostegno supportato da una circolare che invitava i dirigenti scolastici a giustificare i ragazzi che si fossero assentati dalle lezioni per partecipare alle manifestazioni.
Anhe altre materie già previste, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate nella prospettiva dello sbiluppo sostenibile. “L’intero ministero sta cambiando per fare della sostenibilità e del clima il centro del modello educativo”, ha detto Fioramonti alla Reuters. “Voglio fare del sistema educativo italiano il primo che pone l’ambiente e la società al centro di ciò che impariamo”.
Il ministero dell’Istruzione ha poi realizzato il sito www.ilverdeascuola.it che si pone come obiettivo la raccolta di proposte provenienti da studenti, docenti e realtà scolastiche, relative ai temi dell’ambiente, del cambiamento climatico e dell’educazione alla sostenibilità. “La crescita di comportamenti consapevoli e di modelli di sviluppo sostenibile è determinante per il futuro dell’ecosistema terrestre e il Miur intende valorizzare le esperienze realizzate a scuola nell’ambito delle tematiche legate al rispetto dell’ambiente” si legge sulla home page.
Per accompagnare il potenziamento di una didattica scolastica con una impronta ecologista ” mi sono dotato di un consiglio scientifico sullo sviluppo sostenibile” aveva anche annunciato a settembre Fioramonti. “Ne fanno parte persone di spicco come Enrico Giovannini, Jeffrey Sachs e Vandana Shiva. Nelle prossime settimane mi aiuteranno a sviluppare una comparazione internazionale, per fare dell’Italia un’avanguardia globale”.
All’annuncio del ministro erano seguiti fortissimi attacchi nei confronti di Vandana Shiva da parte di alcune sigle, come Seta e Fisv. Critiche alle quali risponde direttamente lo staff di Navdanya International: QUI

Le reazioni dei Teachers for Future

Alle dichiarazioni del ministro è seguito il commento dei Teachers For Future Italia: «Avevamo chiesto, già dal nostro primo Manifesto, l’aggiornamento delle linee guida per la gestione dell’emergenza climatica e non possiamo perciò che accogliere positivamente la notizia tuttavia pensiamo che, data l’accelerazione della catastrofe, si debba rivoluzionare totalmente il ruolo che ha la scuola nella nostra società, nel senso che essa non possa più permettersi di riprodurre l’ideologia che ritiene per esempio che automobili e industrie chimiche, allevamenti intensivi e cementificazione, si possano chiamare “progresso”. Occorre sicuramente cambiare la didattica ma non aggiungendo l’ennesima materia in più quanto piuttosto rivoltando i paradigmi fondativi di tutte le materie, comprese la storia, l’italiano, l’educazione civica, ovvero declinando le materie di studio tramite un approccio critico al modello di sviluppo dominante e non solo come applicazione del criterio dello sviluppo sostenibile».
«Va quindi rilanciato il tema della scuola come modello di organizzazione che si basa sull’applicazione di un nuovo paradigma ecologico – proseguono i Teachers for Future -sia come strutture materiali (e in riferimento a questo rimandiamo alla proposta delle nostre Linee guida sull’emergenza climatica ed ambientale), che in merito all’organizzazione interna e dei rapporti tra le componenti, dove dovrebbero giocare un ruolo maggiore proprio gli studenti. Va mossa una critica alla formazione di figure professionali dedicate a industrie climalteranti. Inoltre, per coerenza con l’iniziativa, il Ministro, dovrebbe aprire un confronto con i colleghi degli altri ministeri affinché l’azione del governo tutto sia informata dei medesimi principi che hanno ispirato questa iniziativa del suo ministero. Invitiamo inoltre il Ministro ad aprire un confronto all’interno del governo affinchè l’azione dello stesso sia uniformata ai medesimi princìpi che hanno ispirato questa Sua nobile iniziativa. Infine, reputiamo necessario che il Ministero abbandoni ogni collaborazione con aziende che basano le proprie attività sulla commercializzazione di energia da fonti fossili (Eni, Enel, ecc.) e che imponga i più alti standard di certificazione ambientale alle aziende coinvolte nei percorsi di alternanza scuola/lavoro».

 

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