Greenpeace Italia ha protestato al festival di Sanremo, poco prima dell’inizio della terza serata, contro la sponsorizzazione che Eni ha garantito alla kermesse musicale. Sono intervenute le forze dell’ordine e l’associazione ambientalista ha rilasciato dichiarazioni definendo “sproporzionato” tale intervento.
Greenpeace Italia ha protestato al festival di Sanremo, poco prima dell’inizio della terza serata, contro la sponsorizzazione che Eni ha garantito alla kermesse musicale. Sono intervenute le forze dell’ordine e l’associazione ambientalista ha rilasciato dichiarazioni definendo “sproporzionato” tale intervento.
«Le nostre attiviste e i nostri attivisti sono entrati in azione proprio poco prima dell’inizio della terza serata del
Festival di Sanremo, di fronte all’ingresso del Teatro Ariston, per denunciare l’operazione di
greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della kermesse – spiegano da Greenpeace – Il
colosso del gas e del petrolio sta sfruttando infatti proprio la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà! Abbiamo deciso di entrare pacificamente sul “
green carpet” voluto da ENI per promuovere il lancio di
Plenitude, la nuova realtà aziendale presentata come la svolta sostenibile della compagnia energetica. In realtà, nei prossimi anni
ENI continuerà a puntare principalmente su gas e petrolio, combustibili fossili che alimentano il
riscaldamento globale.Attiviste e attivisti hanno scavalcato le transenne del “green carpet” e prima di essere fermati dalla sicurezza sono riusciti a mostrare uno striscione con la scritta «
ENI green? Se la suona e se la canta!». Nel frattempo, da un balcone che sovrasta l’ingresso del teatro Ariston sono stati esposti altri due striscioni con le scritte: «
Basta pubblicità di aziende inquinanti» e «
ENI inquina anche la musica!».Tra gli sponsor del Festival di Sanremo 2022 ricordiamo che ci sono anche
Suzuki e Costa Crociere, appartenenti a due settori, quello dell’automotive e del trasporto marittimo, che a loro volta
contribuiscono fortemente alla crisi climatica».
Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, Greenpeace
ha scritto sul proprio sito: «Come avrete visto sui nostri canali social,
eravamo a Sanremo per manifestare contro
Plenitude, la realtà aziendale che
Eni presenta come una svolta sostenibile mentre continua a investire sul
gas e sul
petrolio. Sapevamo che era in atto una manifestazione di dissenso dei nostri attivisti per denunciare l’operazione di
greenwashing di
Eni. – spiegano dall’associazione – Rivendichiamo dunque la legittimità del loro intervento e riteniamo che l’azione contro le nostre attiviste e i nostri attivisti sia stata sproporzionata. Hanno trascorso quasi tutta la notte trattenuti in
commissariato in stato di fermo, senza neanche la possibilità di bere un bicchiere d’acqua e scollegati da qualsiasi forma di comunicazione con l’esterno. Nei loro confronti è stato emesso un foglio di via per tre anni dal Comune di
Sanremo. Una
criminalizzazione evidente
di una protesta pacifica e legittima».