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Lampade fluorescenti: come smaltirle senza rischi

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Un report dell’EPA americana (Environmental Protection Agency) fornisce informazioni a tutto campo sulle lampade fluorescenti, sulla loro pericolosità e sulla modalità di riciclaggio una volta giunte a fine vita.
L’EPA incoraggia il riciclaggio di tutte le lampade al mercurio e di tutti i prodotti contenenti mercurio, azione particolarmente importante data la pericolosità di tale metallo e dei suoi composti. Il mercurio, infatti, è un metallo estremamente tossico per il sistema nervoso centrale e periferico. Per lampade contenenti mercurio si intendono quelle lampade fluorescenti tubolari e compatte, lampade a scarica ad alta intensità (a vapori di mercurio, ioduri metallici, sodio alta pressione) e tutti i prodotti a retroilluminazione fluorescente a schermo piatto e schermi a cristalli liquidi comunemente utilizzati come monitor, televisori e display .
Il documento predisposto da EPA pone particolare attenzione alla gestione delle lampade fluorescenti usate, con particolare riferimento allo loro stoccaggio e riciclaggio.Gli accorgimenti suggeriti dall’EPA sono rivolti alle aziende e ai loro lavoratori. I suggerimenti contenuti in questo report possono essere però seguiti anche in caso di rottura accidentale nelle abitazioni.E’ importante che le lampade a fine vita vengano gestite e immagazzinate in modo da evitare rotture e che le lampade siano riciclate in modo che il mercurio non contamini l’ambiente.
I lavoratori dovrebbero rimuovere le lampade a fine vita con attenzione per evitare rotture, e dovrebbero porre immediatamente le lampade in contenitori e luoghi dove non ci sia il rischio di rottura. Le lampade fluorescenti contenenti mercurio devono sempre essere maneggiate e stoccate in modo da evitare la rottura.Nelle aziende sarebbe utile predisporre procedure per la segnalazione e la gestione di lampade rotte, in particolare, in caso di rottura accidentale è necessario individuare un’area all’interno della struttura per stoccare le lampade. I dipendenti inoltre devono sapere chi chiamare se vedono che una lampada è bruciata.Le lampade a fine vita devono essere conservate e imballate accuratamente per prevenire la rottura e la conseguente esposizione al mercurio. A tal fine, potrebbe essere utile acquistare contenitori appositamente realizzati per la conservazione della lampada usate Gli stessi riciclatori delle lampade possono fornire i contenitori per i loro clienti.
Le zone di stoccaggio dovrebbe essere lontane da zone ad alto traffico, nei grandi impianti può essere necessaria più di una posizione per un più facile accesso.Le aree di deposito devono essere pulite, asciutte e prive di detriti di lampade rotte, preferibilmente, questa zona dovrebbe avere un sistema di trattamento dell’aria indipendente dal resto dell’edificio per non fare ri-circolare o re-introdurre l’aria attraverso gli sfiati e prese.
In caso di rottura accidentalmente, tutte le lampade rilasciano mercurio in aria anche per lunghi periodi di tempo, se non si procede ad un’immediata pulizia. E’ importante conservare le lampade rotte in un contenitore sigillato (preferibilmente di vetro o metallo), tenerlo in un luogo fresco, indirizzarlo al corretto smaltimento quanto prima. I contenitori di lampade rotte non dovrebbe essere aperti per aggiungere o rimuovere le lampade rotte e dovrebbero essere ben sigillati in modo da evitare aperture accidentali. Per leggere lo studio dell’Epa clicca qui Cosa dice la Commissione EuropeaIl mercurio Il mercurio è una sostanza neurotossica, che agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario, sia nel caso di avvelenamenti acuti che cronici; può essere assimilato per inalazione di vapori. La tossicità del mercurio si differenzia in funzione della forma chimica di assunzione, pur rimanendo il sistema nervoso centrale (SNC) e il rene i due principali organi bersaglio di questo tossico.
La forma metallica, per la sua elevata tensione di vapore, viene assorbito nel tratto respiratorio per inalazione e per la sua liposolubilita e mancanza di carica elettrica può facilmente attraversare la barriera ematoencefalica e accumularsi nel SNC, inoltre può essere ossidato nell’organismo a Hg++ che è tossico per il rene. Se il mercurio metallico viene ingerito, non viene assorbito dal tratto gastrointestinale; mentre il 70-80 %, se inalato, viene trattenuto negli alveoli polmonari ed in seguito ossidato a ione bivalente, che è ritenuta la forma più tossica del mercurio inorganico. Una volta assorbito, il mercurio si distribuisce a tutti gli organi corporei con un’emivita di 60 giorni.
L’inalazione di vapori di mercurio nell’uomo causa intossicazione acuta, provocando un danno permanente al sistema nervoso con possibilità di morte; l’intossicazione cronica invece, detta “mercurialismo”, colpisce il sistema nervoso in maniera insidiosa, così che gli effetti tossici non si possono osservare se non dopo mesi dall’esposizione.
I sali del mercurio inorganici Hg+, Hg++ (solubili e quindi facilmente assorbibili) vengono solo parzialmente assorbiti (il 10% circa) e determinano nel tratto gastrointestinale la denaturazione delle proteine, manifestando effetti corrosivi. Una volta assorbita, questa forma del mercurio manifesta la sua tossicità in sede renale.
Il mercurio organico (es. (CH3)2Hg, che si trova soprattutto nel pesce) può essere assorbito in quantità che possono raggiungere fino al 90% di quello introdotto; esso presenta tossicità decrescente all’aumentare della lunghezza della catena alchilica a cui è legato. In forma organica il mercurio viene rapidamente distribuito al fegato (circa il 50%), al SNC e al rene. Per la sua lipofilicità attraversa facilmente anche la placenta con conseguenze tossiche che possono portare ad alterazioni dello sviluppo del cervelletto nel feto.

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