Venafro è un Comune del Molise, in provincia di Isernia, con una storia di inquinamento contro cui si battono tante mamme della cittadina. Sono, appunto, le mamme di Venafro, solide e coraggiose, che il 6 e 7 aprile organizzano anche una raccolta fondi emblematica per finanziare le loro battaglie.
«La nostra storia ha inizio nel 2005, quando iniziammo a notare nel venafrano un incremento di patologie allergiche e respiratorie, soprattutto nei più piccoli. Informandoci, siamo venute a conoscenza degli studi, nazionali e internazionali, che attestavano una forte incidenza di gravi patologie in territori interessati dalla presenza di impianti altamente impattanti, quali ad esempio gli inceneritori». Iniziano così il loro racconto le mamme dell’associazione di Venafro che si spendono in prima persona per contrastare l’inquinamento del loro territorio.
Il 6 e 7 aprile questo gruppo affiatato e determinato ha organizzato una raccolta fondi particolare. L’evento si intitola
“In vestiamo in salute” ed è promosso in collaborazione con i ragazzi del Collettivo Divergente e con il patrocinio del Comune di Venafro. L’appuntamento è nei locali della Palazzina Liberty di Venafro (laghetto di Corso Lucenteforte). Si sensibilizzeranno i presenti a donare il 5 x 1000 a favore dell’associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente Onlus” e saranno messi in mostra 13 abiti realizzati dall’associazione con materiali riciclabili, di cui 12 verranno messi all’asta domenica, mentre uno sarà donato.
Chi volesse partecipare all’asta può iscriversi compilando la scheda in allegato e inviando entro e non oltre il 3 Aprile a
info@mammesaluteambiente.it oppure direttamente recandosi presso la Palazzina Liberty sabato 6 aprile (per ulteriori eventuali informazioni su come partecipare all’asta telefonare al numero 347 932 9072).
«La nostra terra alla mercé degli inquinatori»
«La nostra terra è alla mercé di una pseudo-industrializzazione che non ha portato lavoro, ma ha impattato fortemente con l’ambiente – spiegano dall’associazione – Siamo partite dalla constatazione di dati oggettivi presenti nel nostro territorio: l’aumento di patologie e la presenza di varie fonti inquinanti, elementi che ci hanno fatto pensare a una correlazione».
«Contrastare l’inquinamento prodotto dalle industrie significa contrastare poteri economici molto forti: è necessario grande coraggio e determinazione per illustrare oggettivamente la reale problematica che si è venuta a creare. Abbiamo deciso di affrontare il problema iniziando con il chiedere aiuto ad associazioni ed esperti che combattevano già da anni su queste questioni. Abbiamo conosciuto in questo cammino persone forti, preparate, intellettualmente oneste che ci hanno incoraggiate e sostenute. Durante questi anni abbiano superato ostacoli piccoli e grandi, ma a perseveranza ci ha premiato: oggi nel territorio, dove operiamo, il problema inquinamento è sentito da tutti e molti iniziano a dare il proprio attivo contributo per affrontarlo. Il processo di ricerca e informazione è durato diversi anni per l’ostruzionismo degli enti e della politica».
Esposti, ricorsi e determinazione
«Dagli inizi fino ad oggi molto è stato il lavoro fatto, abbiamo raccolto dati documentanti la poca attenzione posta a tutela dei saluti dei cittadini – prosegue il gruppo – abbiamo fatto analizzare matrici alimentari, i cui risultati non ci hanno lasciate assolutamente tranquille. Ci siamo rivolte alla Comunità Europea, abbiamo presentato esposti alla Procura di Isernia, impugnato il piano Rifiuti, partecipato ai procedimenti AIA dell’inceneritore e del cementificio con osservazioni, ci siamo opposte allo Sblocca Italia».
«E ancora, l’intervento della nostra associazione ha permesso che il 12 novembre 2018 lo studio di una prima valutazione dello stato di salute dei residenti di Venafro, Pozzilli e Sesto Campano, commissionato dall’allora presidenza del Consiglio regionale, al dottor Fabrizio Bianchi del Cnr di Pisa, fosse reso pubblico. I dati preoccupanti e statisticamente significativi resi noti rendono urgente e necessario la redazione di un vero studio epidemiologico-eziologico sul territorio. Oggi questo è l’impegno più gravoso che l’associazione deve portare a termine. Per sostenere tutte le spese necessarie in difesa della salute abbiamo deciso, dunque, di organizzare l’evento del 6 e 7 aprile».
Ebbene, aiutiamo le mamme di Venafro!
L’abito donato che diventa un simbolo
Tra i 13 abiti realizzati, ce n’è uno, appunto, che verrà donato con un gesto che vuole avere un suo profondo significato. Si tratta di un abito realizzato con 3500 pezzi di pasta cuciti insieme, che verrà donato all’azienda
La Molisana, realtà del territorio che produce pasta e che «riesce a coniugare lavoro e salute» dicono dall’associazione. L’azienda conta oltre cento dipendenti, come l’inceneritore e il cementificio messi insieme…».