In Italia da inizio anno al 27 luglio sono andati in fumo ben 51.386 ettari percorsi dal fuoco equivalenti a oltre 73.408 campi da calcio. Lo denuncia Legambiente che avanza dieci proposte per contrastare questa piaga che si ripresenta sempre e che non ha ancora soluzione.
«Dalla Sicilia alla Calabria passando dalla Puglia all’Abruzzo alla Sardegna le fiamme stanno divorando ettari ed ettari di terreno minacciando centri abitati, la vita delle persone e della biodiversità. In Italia da inizio anno al 27 luglio sono andati in fumo ben 51.386 ettari percorsi dal fuoco equivalenti a oltre 73.408 campi da calcio. Solo dal 25 al 27 luglio sono bruciati ben 31.078 ettari di vegetazione»: è quanto denuncia Legambiente che diffonde i dati che ha elaborato analizzando quelli satellitari EFFIS (European Forest Fire Information System), che monitorano solo gli incendi superiori ai 30 ettari di superficie interessata, per fare un punto della situazione.
La gran parte degli ettari andati in fumo, ben 41.365 (pari all’80%), è bruciata in Sicilia, seguita da Calabria, 7.390 ettari, Puglia 1.456 ettari e Abruzzo 284 ettari. Nella sola provincia di Palermo, negli ultimi tre giorni, sono stati percorsi dalle fiamme quasi 15.000 ettari.
«Il più delle volte – sottolinea Legambiente – si tratta di incendi dolosi appiccati da persone senza scrupoli che non guardano in faccia a nessuno come ben evidenziano anche i dati dell’ultimo rapporto Ecomafia. Nel 2022 nella Penisola sono stati 5.207 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici. Calabria e Sicilia restano saldamente al comando della classifica 2022 delle regioni più colpite dalle azioni incendiarie, rispettivamente con 611 e 544 reati contestati. Segue al terzo posto il Lazio con 479, la Toscana con 441 e la Lombardia, che dal decimo passa al quinto con 415. Se si guarda indietro degli anni dal 2018 al 2022 in Sicilia sono stati 2.938 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici, 191.386 gli ettari di superficie boscata e non andati in fumo. Palermo (677), Messina (605) e Catania (444) le città con più illeciti. In Calabria dal 2018 al 2022 sono stati 2.709 i reati accertati di questo tipo, 63.196,30 gli ettari di superficie boscata e non percorsi dalle fiamme. Cosenza (1652), Catanzaro (454) e Crotone (412) le città dove si sono registrati più illeciti di questo tipo».
Legambiente ricorda che dal punto di vista degli strumenti normativi, la legge 68/2015 che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale può dare un importante contributo. Infatti, nei casi più gravi si può configurare, per le conseguenze che hanno i grandi incendi boschivi, il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti.
LE 10 PROPOSTE DI LEGAMBIENTE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DEGLI INCENDI BOSCHIVI
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Un soggetto unico come la Protezione Civile nazionale per gestire gli incendi in maniera integrata, garantire un maggiore coordinamento tra le istituzioni e gli attori nazionali e regionali coinvolti, e vigilare sull’applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi (L. 353/2000) e le sue modifiche introdotte con la legge 155/2021;
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Puntare sulla integrazione tra pianificazione forestale e strategie di adattamento climatico per contenere gli incendi e attuare misure di selvicoltura preventiva;
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Integrare le strategie contro gli incendi con la politica agricola, e considerare l’agricoltura come una parte della soluzione poiché i campi coltivati riducono l’infiammabilità e la biomassa disponibile.
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Pascolo e fuoco prescritto sono strumenti di prevenzione utili negli ambienti mediterranei per ridurre il carico di combustibile
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Responsabilizzazione e coinvolgimento dei cittadini e dei proprietari nella lotta agli incendi attraverso la informazione e la formazione, la corretta conoscenza della prevenzione e dei principi dell’autoprotezione dagli incendi;
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Statistiche e catasto incendi aggiornati sono essenziali per la comprensione e il governo del fenomeno. Ma bisogna migliorare la base di raccolta dei dati che si basa solo sul sistema europeo EFFIS che non conteggia gli incendi inferiori ai 30 ettari (che sono la gran parte degli incendi che interessano il nostro Paese), non fornisce dati immediati sulla consistenza delle aree incendiate ed i comuni maggiormente interessati;
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La panificazione del ripristino ecologico e funzionale nella ricostituzione post-incendio deve essere affrontata con interventi e soluzioni tecniche adeguate caso per caso;
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Integrare la pianificazione urbanistica con la prevenzione degli incendi nelle aree urbane dove è alto il rischio e la probabilità di propagazione di grandi incendi
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Pene più severe: estendere le pene previste dal Codice Penale per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio.
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Potenziare i presidi pubblici, statali e regionali, nella lotta agli incendi boschivi
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