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Manifestazione a Ravenna per dire no al rigassificatore

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La Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, la Rete No Rigass No Gnl, la Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna organizzano per il 6 maggio una manifestazione per dire no al rigassificatore a Ravenna.
Manifestazione a Ravenna per dire no al rigassificatore
La Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, la Rete No Rigass No Gnl, la Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna organizzano per il 6 maggio una manifestazione per dire no al rigassificatore a Ravenna. L’appuntamento è alle ore 14 in testa Darsena di città.
«In tutto il Paese e in tante parti d’Europa e del mondo sta crescendo la mobilitazione sociale per costruire la possibilità di vivere in modi diversi da quelli che fino ad ora ci sono stati imposti e che  ci stanno portando alla catastrofe climatica, che va ad aggiungersi alla crisi economica in un quadro in cui peggiora la qualità della nostra vita per difendere gli interessi di pochi – spiegano i promotori – L’aumento della temperatura, la desertificazione, la siccità, che porteranno a una sempre più grave crisi alimentare, all’impoverimento collettivo, alle guerre continue, alle inevitabili migrazioni climatiche,  e l’aggravarsi di tutti i tipi di sfruttamento e di umiliazione dei diritti  sono il motore della nostra lotta». 
Per gli organizzatori, «la trasformazione radicale del modello produttivo e sociale deve divenire punto di vista strategico di ogni lotta  e delle sue rivendicazioni. Attivarsi oggi per la vera svolta energetica, per realizzare un sistema davvero alternativo che renda l’energia sostenibile in termini di costi economici ed ambientali, è una componente fondamentale per resistere alle politiche sbagliate e avviare quelle giuste».
«Nei vertici del settore energetico, e purtroppo anche in gran parte del mondo politico e delle Istituzioni, si parla con insistenza di ricoprire il nostro Paese con una fittissima rete di strutture dedicate al gas. Mentre a Piombino è già arrivata la grande nave rigassificatrice, e tra poco un’altra dovrà arrivare a Ravenna, si stanno già progettando molte altre strutture di rigassificazione in Sardegna e in Calabria, si riparla del medio e basso Adriatico, si pensa al Golfo di Trieste, alla Liguria e a potenziare gli altri siti (Livorno, La Spezia e Rovigo) dove gli impianti di rigassificazione ci sono già. E naturalmente si dissemineranno le coste d’Italia di depositi di GNL – proseguono i promotori della manifestazione – Contemporaneamente, si progettano e si realizzano altri gasdotti, altri siti di trivellazione, e tutte quelle strutture che ci legheranno al sistema estrattivista per sempre. Strutture che renderanno il gas, già ambientalmente insostenibile, più costoso. Si punta tutto su queste opere costosissime per le tasche di tutte e tutti noi, che non ci porteranno benefici in termini di economia né di indipendenza energetica, ma che vengono spacciate per strategiche, quando in verità la strategia è solo volta a garantire extra profitti alle multinazionali dell’oil&gas. Non va tralasciato che sono pericolose per la sicurezza e per la salute, spesso classificate fra gli impianti “ad alto rischio di incidente rilevante”, nocive per la qualità dell’aria e per l’ambiente marino, pesantissime dal punto di vista della crisi climatica». 
«La comunità scientifica insiste inascoltata nell’appello a iniziare al più presto la riduzione delle emissioni dovute alle fonti fossili e la sua sostituzione con le fonti rinnovabili, ma da parte del Governo, di gran parte dei poteri locali e del mondo industriale si insiste a potenziare l’intero sistema estrattivista» scrivono i promotori, che sottolineano anche come l’attuale modello di sviluppo «vecchio e anacronistico va cambiato in profondità, con  una decisa svolta verso rinnovabili, produzione energetica diffusa e decentrata, risparmio ed efficientamento; le opportunità produttive e occupazionali, della svolta ecologica sono gigantesche, e in grado di contribuire al  contrasto alla povertà energetica, alla difesa dei ceti più fragili, oltre che ad espandere i processi democratici e di controllo dal basso».
 

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