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Mari acidi: cozze e vongole a rischio

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La CO2 sembra non fare danni solo in atmosfera, ma anche nei mari, e non solo ai coralli il cui declino ormai è documentato. La maggiore acidità dell’acqua, provocata dal gas disciolto, sta già colpendo anche i molluschi del nord Europa.
La CO2 sembra non fare danni solo in atmosfera, ma anche nei mari, e non solo ai coralli il cui declino ormai è documentato. La maggiore acidità dell’acqua, provocata dal gas disciolto, sta già colpendo anche i molluschi del nord Europa, resi più leggeri e fragili, e l’effetto potrebbe presto estendersi ad altre latitudini, secondo lo studio della British Antarctic Survey pubblicato dalla rivista Global Change Biology. Lo studio, in collaborazione con altre istituzioni internazionali ha esaminato quattro diversi molluschi, vongole, lumache di mare, una specie appartenente ai brachiopodi e un
tipo di ricci di mare, in dodici luoghi a diverse latitudini, dall’Artico ai tropici: “Il risultato suggerisce che l’aumento dell’acidità sta già impattando sulle dimensioni e sul peso di conchiglie e scheletri, e il trend è diffuso su tutte le specie considerate – scrivono gli autori, secondo cui il fenomeno è più
accentuato nei mari più freddi – l’effetto è maggiore a basse temperature, ma quello che succede ora nelle acque più fredde potrebbe avvenire un domani nelle acque più temperate e in quelle tropicali”. Gusci e scheletri più sottili e fragili, spiegano i ricercatori, rendono questi animali più vulnerabili ai
predatori, e questo potrebbe sconvolgere gli equilibri della catena alimentare. In passato i cambiamenti di acidità hanno già interessato gli oceani, ma secondo altre ricerche su scale temporali più ampie che hanno permesso agli organismi di evolvere e contrastare il fenomeno, mentre in questo caso
potrebbero non avere abbastanza tempo. Per ora i molluschi ‘nostrani’ non sembrano però avere problemi, afferma Donatella Del Piero, biologa dell’università di Trieste: “Nelle nostre ricerche sulle vongole dell’Alto Adriatico siamo andati indietro nel tempo fino a campioni del 1981 – spiega – e abbiamo trovato che effettivamente il peso è diminuito fino al 1996, per poi però tornare a crescere. Il fenomeno va e viene ma non sembra legato ai cambiamenti climatici, ma ad altri fattori come la disponibilità di cibo. Anche nel resto d’Italia i dati sono discordanti, non sembra esserci un trend definito”. L’effetto della CO2 in atmosfera non è semplice da definire: “E’ vero che l’acidità in aumento sembra ormai documentata – spiega – ma se la temperatura aumenta il gas dovrebbe uscire dall’acqua. E’ un processo molto complicato”.
Fonte: Ansa

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