Impressionanti le conclusioni del primo studio che quantifica l’impatto della diminuzione di insetti impollinatori sulla salute degli esseri umani, pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives. Centinaia di migliaia di persone l’anno muoiono precocemente a causa di una minor offerta di cibo sano, che si riduce a causa della riduzione dell’attività degli insetti impollinatori.
L’attività delle api e la salute dell’essere umano sono due destini che s’incrociano. A dimostrarlo è lo studio scientifico della
TH Chan School of Public Health dell’Università di Harvard pubblicato sulla
rivista Environmental Health Perspectives. La ricerca si basa sull’interconnessione dei dati raccolti in centinaia di aziende agricole in tutto il mondo con quelli sui rischi per la salute legati all’alimentazione. Il risultato è impressionante:
500.000 mila persone all’anno muoiono precocemente a causa di una minor offerta di cibo sano. Si tratta del primo studio che quantifica l’impatto della diminuzione di insetti impollinatori sulla salute degli esseri umani.
L’attività svolta dagli impollinatori si è ridotta drasticamente negli anni, tanto che la produzione di frutta, verdura e noci ne ha risentito. Nello specifico, il mondo sta perdendo quasi il 5% della produzione totale di frutta e di noci, e oltre il 3% di verdura. Cibi alla base di una sana alimentazione, tanto che – secondo lo studio – il minor consumo di questi alimenti sarebbe la causa dell’1% di tutti i decessi causati da malattie cardiache, ictus, diabete e alcuni tipi di cancro.
Malattie presenti soprattutto in Paesi a reddito medio, come Cina, India, Russia e Indonesia, dove si è registrato il maggior impatto in termini di morti legati alla carenza di impollinazione. Le nazioni con reddito medio alto riescono a mitigare l’effetto della carenza di insetti impollinatori con l’importazione delle materie prime provenienti da Paesi a basso reddito. Un cortocircuito che provoca un impoverimento di risorse per le popolazioni più povere.
The Guardian, che pubblica lo studio, cita anche le osservazioni del professor David Goulson, dell’Università del Sussex, preoccupato per l’eccessivo consumo – a livello globale – di colture impollinate dal vento come grano, riso, mais, orzo: colture ricche di carboidrati, povere di nutrienti e per questo causa di obesità e diabete, malattie che stanno dilagando in tutto il mondo.
La ricerca segna un punto di svolta nel ruolo degli insetti impollinatori, non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per la nostra salute. Ricordiamo che secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, delle 100 specie di colture che forniscono il 90 % dei cibi di tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api. Il valore monetario del servizio reso dagli impollinatori globalmente è stato stimato pari a centinaia di miliardi di euro. Al quale va aggiunto quello relativo alla salvaguardia della biodiversità.
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