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Morire di auto e rifiuti

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Decine di studi ormai dimostrano che l’inquinamento ci uccide di cancro e malattie cardiovascolari. Tra le fonti principali ci sono il traffico e gli inceneritori. Vogliamo continuare a suicidarci?
L’Oms lo aveva già detto più volte: l’inquinamento atmosferico uccide, i bambini sono tra le prime vittime.
La rivista medica Lancet Oncology ha pubblicato qualche giorno fa i dati di uno studio condotto su 300mila persone in nove paesi europei confermando che l’inquinamento atmosferico è correlato al cancro al polmone.
Che dire dell’Italia? Qui ci sono le città più avvelenate al mondo. Pensate alla Pianura Padana, area da bollino rosso e dove, malgrado le evidenze di una situazione insostenibile, si continua a far circolare milioni di auto e a costruire e far funzionare a pieno regime decine di inceneritori.
Nel 2010 alla quinta conferenza ministeriale su salute e ambiente, tenutasi a Parma e alla quale avevano partecipato 53 paesi, era stata sottoscritta una dichiarazione solenne che prometteva di ridurre gli effetti dell’inquinamento sulla salute in dieci anni. Ne sono passati già 3 e la situazione va solo peggiorando. D’altra parte se le scelte che si fanno vanno nella direzione opposta di quanto si dice, è questa la logica conseguenza.
Sul fronte del traffico veicolare, a Teramo enti e associazioni, compreso l’Ordine degli Ingegneri, si sono lanciati nell’Operazione Traffico Zero. Nel 2012 è andato a Torino il primato di città più virtuosa d’Italia, secondo il sesto rapporto di Euromobility, ma tutti sanno che si può fare ben di più.
Sul fronte dell’incenerimento, la pubblicazione 2013 dell’Ispra sui rifiuti illustra un nettissimo e costante calo nella produzione dei rifiuti; le esperienze di città piccole e grandi ci dicono che la raccolta porta a porta è un mezzo efficacissimo per riciclare e pressochè azzerare l’indifferenziato; ci sono esempi di Comuni virtuosi (come quelli del Consorzio Priula) che sono riusciti a evitare inceneritori e discariche.
E allora perché non si cambia strada? PERCHE’? Per interesse, per mantenere lo status quo che alimenta un business che chi ce l’ha non vuole mollare.
Quindi continuiamo con un terzo dei giorni l’anno che registrano superamenti di tutte le soglie possibili di inquinanti e facciamo finta di niente? Gabriele Romani, portavoce modenese dell’associazione Medici per l’Ambiente Isde ha lanciato una proposta drastica: “Si chiudano gli inceneritori”.  Peraltro Isde aveva anche assai chiaramente replicato al professor Massimo Federico, patron del centro oncologico modenese e presidente dell’associazione Abngela Serra per la ricerca sul cancro: pubblica studi dove dice che abitare vicino agli inceneritori fa poco o nulla, ma poi è consulente di Hera, la multiutility che a Modena, dove Federico vive, è proprietaria di un mega inceneritore dove si vogliono bruciare 240mila tonnellate di rifiuti, anche comprando rifiuti speciali da fuori provincia e fuori regione.
MOBILITIAMOCI
–          Sostenete le legge Rifiuti Zero http://www.leggerifiutizero.it/
–          Aderite e impegnatevi in prima persona a pratiche di mobilità sostenibile: rinunciate il più possibile all’auto e sollecvitate la vostra amministrazione a prendere atto che le limitazioni del traffico devono essere drastiche e costanti per poter funzionare
–          Impegnatevi in un’associazione locale, vicina a voi, che vi permetta di creare una rete di contatti per incanalare in maniera produttiva la vostra energia e il vostro impegno
–          Se nella vostra città è in funzione un inceneritore, verificate che la società proprietaria fornisca i dati sulle emissioni. Se non sono disponibili chiedeteli, se non ve li danno contattate assessori o consiglieri comunali affinchè la questione approdi alla discussione
–          Aderite alla raccolta differenziata e sostenete le iniziative e gli appelli (o promuoveteli) che chiedono il porta a porta con tariffa puntuale
Una persona non cambia il mondo, ma sicuramente cambia se stessa e chi le sta vicino

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