Multinazionali e crediti di carbonio: sentenza storica in Kenya
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Due delle maggiori aree di conservazione che in Kenya vengono sfruttate dalle Big Company per compensare le emissioni di carbonio sono state istituite incostituzionalmente e non hanno base giuridica: la decisione in una sentenza.
Due delle maggiori aree di conservazione che in Kenya vengono sfruttate dalle Big Company per compensare le emissioni di carbonio sono state istituite incostituzionalmente e non hanno base giuridica: la decisione in una sentenza.
La sentenza, adottata dal Tribunale Ambiente e Territorio di Isiolo, ha un impatto diretto sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio utilizzato da Meta, Netflix, British Airways e altre multinazionali, da tempo criticato dagli attivisti indigeni. Lo fa sapere Survival International, organizzazione che da anni si batte per i diritti dei popoli indigeni nel mondo.
«La sentenza riguarda un caso intentato da 165 membri delle comunità colpite, e sancisce che due delle più grandi aree di conservazione istituite dalla controversa organizzazione Northern Rangelands Trust (NRT) sono state istituite incostituzionalmente e non hanno alcuna base giuridica – spiegano da Survival – La corte ha inoltre ordinato che i guardaparco della NRT, armati pesantemente e accusati di ripetuti e gravi abusi dei diritti umani contro i popoli indigeni della zona, debbano lasciare queste riserve».
Una delle due aree di conservazione coinvolte nel caso, «nota come Biliqo Bulesa, contribuisce per circa un quinto ai crediti di carbonio coinvolti nel controverso progetto ideato dalla NRT per vendere compensazioni di carbonio alle aziende occidentali – prosegue Survival – La sentenza potrebbe essere applicata anche a circa metà delle altre aree di conservazione coinvolte nel progetto sul carbonio perché, anche se non erano incluse nella causa giudiziaria, si trovano nella stessa posizione giuridica. Ciò significa che l’intero progetto, dal quale NRT ha già ricavato molti milioni di dollari (l’importo esatto non è noto poiché l’organizzazione non pubblica bilanci finanziari), è ora a rischio».
La questione legale al centro di questo caso era stata sollevata nel rapporto “Carbonio insanguinato” di Survival. «La sentenza è anche l’ultima di una serie di stoccate alla credibilità di Verra, il principale organismo utilizzato per verificare e validare i progetti di crediti di carbonio» affermano da Survival.
«Purtroppo questo fenomeno è lungi dall’essere un problema isolato. Troppi programmi di compensazione delle emissioni di carbonio si basano sullo stesso modello obsoleto della “conservazione fortezza” e sostengono di “proteggere” la terra mentre calpestano i diritti dei suoi proprietari indigeni e realizzano ingenti profitti strada facendo» ha dichiarato Caroline Pearce, direttrice generale di Survival International.
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