Ovovia di Trieste: dopo la vittoria del no al Tar, atteso l’esito di altri tre ricorsi
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A Trieste hanno vinto cittadini e associazioni che erano ricorsi al Tar per fermare il progetto di ovovia, ritenuto altamente impattante. Ora si attende il pronunciamento dei giudici amministrativi su altri tre ricorsi.
A Trieste hanno vinto cittadini e associazioni che erano ricorsi al Tar per fermare il prigetto di ovovia, ritenuto altamente impattante. Ora si attende il pronunciamento dei giudici amministrativi su altri tre ricorsi.
I ricorsi del fronte del no all’ovovia sono stati accolti dal Tar e gli atti impugnati sono stati annullati. Lo comunicano gli stessi ricorrenti, un fronte costituito da cittadini e associazioni.
«Il Tar, nel corso del 2024, si è pronunciato in due occasioni sui quattro ricorsi presentati da alcuni dei residenti che abitano lungo il percorso della cabinovia e dai presidenti di tre associazioni ambientaliste: LIPU, Legambiente, WWF, assistiti finanziariamente dai fondi raccolti con apposite campagne promosse dal Comitato NoOvovia» spiega William Starc, coordinatore del comitato “No ovovia”.
«Nel primo pronunciamento, il Tar ha praticamente riconosciuto validi i motivi per i quali sono stati presentati i ricorsi in quanto la procedura della Valutazione d’Incidenza, per come sviluppata dal Comune, non rispetta quanto disciplinato dalle norme vigenti in materia e cioè non sono state sviluppate le soluzioni alternative al tracciato proposto e altresì dimostrate le ragioni di prevalente interesse per la salute e l’ambiente, tali da giustificare il ricorso alle deroghe previste dalla legge per la realizzazione della cabinovia. Nel secondo caso, sono stati dichiarati nulli i decreti predisposti dal Servizio impianti a fune della Regione, uno relativo all’autorizzazione a costruire la cabinovia e l’altro la concessione all’esercizio, in quanto il progetto manca della conformità urbanistica. Infatti l’opera comprende due tratte, una nell’ambito del Porto Vecchio, oggi già presente nello strumento urbanistico vigente, mentre per la seconda tratta, che collega il comprensorio ex portuale all’altopiano Carsico, è in corso l’iter per l’approvazione di una specifica Variante al PRGC, per inserirla».
«Di fatto – prosegue Starc – fintantoché la Variante non sarà approvata, il Comune non può procedere con l’approvazione del progetto definitivo-esecutivo nella conferenza dei servizi decisoria. Sono depositati al TAR ulteriori tre ricorsi di cui uno da parte dei residenti che hanno presentato già il precedente, il secondo da parte dei presidenti delle tre associazioni ambientaliste, e uno ulteriore da altri residenti. In questi tre ricorsi si impugnano la deliberazione della Giunta Regionale che approva il terzo livello di VINCA e tutti gli atti a supporto della stessa, nonchè l’intercorsa corrispondenza tra MASE, Regione e Comune, finalizzata a ottenere il nullaosta per procedere con il progetto. Per questi ricorsi, il Tar, una volta esaminate le memorie difensive degli enti chiamati in giudizio, ha ritenuto di emettere un’ordinanza con la quale intima alla Regione un supplemento di istruttoria sui motivi che hanno determinato l’approvazione da parte dell’Ente del terzo livello di VINCA, ritenendo che quelli presentati non siano sufficienti a giustificare le deroghe richieste per il progetto. È stato concesso, a partire dalla fine di dicembre, un mese di tempo alla Regione per rispondere, prospettando di concludere l’istruttoria e andare a giudizio entro la fine della primavera del corrente anno. Come Comitato ci riserviamo di valutare cosa produrranno gli uffici regionali per eventualmente presentare elementi aggiunti ai ricorsi in attesa di giudizio».