Il Wwf ha elaborato una roadmap ecologica per traghettare il nostro paese al 2050. Tasse per chi consuma e inquina di più. L’Imu e il bollo auto potrebbero essere calcolati in base ai consumi di energia…
Il Wwf ha presentato al Ministro Clini il nuovo dossier“Obiettivo 2050 – Per una roadmap energetica al 2050: rinnovabili, efficienza, decarbonizzazione”. Un iter ‘taglia-emissioni’ tracciato per i prossimi 40 anni, fino al 2050, e formulato per la prima volta su misura per l’Italia, che il Paese deve imboccare sin da ora, non solo perché lo vogliono gli ambientalisti, ma perché, come per la riduzione del debito pubblico, ‘ce lo chiede l’Europa’.
L'”Obiettivo 2050″ raccoglie tutta una serie di azioni urgenti. Vediamo quali sono:
1) Puntare sull’efficienza energetica diminuendo i consumi del 40% al 2050 rispetto al 2010, introducendo un obiettivo vincolante di riduzione in termini assoluti (e non in termini relativi o indicativi come fino ad oggi previsto)
2) Dirottare la domanda di energia, soprattutto del comparto industria e trasporti, dalle fonti primarie non rinnovabili (combustibili fossili, nucleare ecc.) sul settore elettrico, incrementando il contributo di quest’ultimo dall’attuale 20% al 43% nel 2050 (il 30% in più rispetto al 2010)
3) aggiungere il 100% di rinnovabili nel settore elettrico che, con una ‘iniezione’ di energia pulita di 8TWh in più ogni anno, ridurrà del 97% le proprie emissioni di CO2 rispetto al 1990.
Sono i tre capisaldi del percorso ‘salva-clima’ che l’Italia dovrà intraprendere – seguendo l’esempio di Germania e Regno Unito – per attenersi alla tabella di marcia con cui l’Unione Europea mira a ridurre le proprie emissioni di gas serra dell’80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Tra gli strumenti proposti dal WWF, compare anche una ‘fiscalità taglia-emissioni’ che regolare l’IMU sulla base della classe energetica della casa. Ma anche il bollo dell’auto potrebbe essere calcolato sulle emissioni inquinanti anzichè sui kW del veicolo e che sostituisca l’IVA sui prodotti con l’Imposta di Carbonio Emesso (ICE), ovvero la tassa sul loro contenuto di CO2 nelle varie fasi di processo.
C’è chi in Europa, come Germania e Regno Unito, ha già avviato un percorso di lungo termine in linea con la tabella di marcia dell’Unione Europea che mira all’80-95% in meno di emissioni inquinanti entro il 2050. E lo sta realizzando puntando in alcuni casi persino ad obiettivi più ambiziosi di quelli indicati nel dossier WWF per l’Italia finora qui esposto. Ad esempio, la roadmap 2050 della Germania prevede una riduzione dei consumi energetici del 50% entro il 2050 (il dossier WWF invece indica per l’Italia – 40% entro il 2050) con l’obiettivo finale entro la stessa data di una riduzione complessiva dell’80-95% di emissioni di gas serra, come indicato dall’UE. Il Regno Unito invece già dal 2008 ha introdotto l’obiettivo (assente in Italia) di ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno l’80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990 con un obiettivo intermedio di almeno il 34% nel 2020.