Perché nessuno parla di Rio?
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A Rio in gioco c’è il futuro del pianeta o forse no. Le reti sociali che da anni lavorano sulla giustizia ambientale e sociale però ci credono. Lavorano da tempo all’organizzazione di un vertice sociale, che si terrà a Rio parallelamente al vertice Onu, nel quale presenteranno le loro proposte.
Riconversione ecologica del tessuto produttivo, passaggio a un modello energetico distribuito e da fonti pulite, conversione del modello alimentare dall’agroindustria all’agroecologia, cambiamento degli stili di vita, difesa dell’acqua e dei beni comuni dalle leggi del mercato, etc. In breve: costruzione di una transizione reale verso un modello di sviluppo basato sulla giustizia e in armonia con i limiti fisici del pianeta.
La Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, insieme a Cgil e FSNI, nel frattempo ha organizzato una giornata di denuncia contro il bavaglio dell’informazione pubblica sul Vertice Rio+20. “Riteniamo che l’informazione abbia il dovere di occuparsi adeguatamente e in maniera corretta delle importanti questioni inerenti la crisi ambientale, portando a conoscenza della cittadinanza la gravità della situazione attuale, il dibattito in corso nel mondo, gli appuntamenti e le proposte avanzate tanto dai governi quanto dalle organizzazioni sociali e contribuendo in tal modo a stimolare processi di consapevolezza e di cittadinanza attiva”.Venerdì 8 ci sarà un flash mob di denuncia alle 11.30 in via Mazzini, davanti alla sede Rai,
Intanto ci si chiede cosa possa diventare il vertice mondiale di Rio. Un laboratorio per un nuovo paradigma, oppure la ripetizione dei soliti mantra sullo sviluppo sostenibile?
La crescita economica sembra il modello ineluttabile a cui non si può sfuggire. Ecco quanto leggiamo sul sito del Ministero riguardo alle finalità della Conferenza: “Obiettivo finale è rafforzare l’impegno politico per lo sviluppo sostenibile con l’identificazione di un nuovo paradigma di crescita economica, socialmente equa e ambientalmente sostenibile”. E’ dunque possibile continuare a crescere senza depredare le risorse e portare il pianeta al collasso? La domanda continua ad essere inevasa e chissà se verrà affrontata a Rio de Janeiro con la giusta attenzione. A questo punto rimane da dire che la cosa più importante è che la società civile sia presente e faccia sentire la sua voce, se ci sarà un cambiamento potrà venire solo dal basso.
In questi vent’anni tutte le dichiarazioni internazionali sui temi dell’ambiente e della povertà sono cadute nel vuoto. Ma se non decidiamo di cambiare, il cambiamento verrà da sé, e non sarà quello che ci saremmo volentieri aspettati.