Prosegue l’inchiesta di Potenza che ha coinvolto anche il compagno dell’ex ministro Federica Guidi. Partono indagini sui tumori: «Troppi morti in Val d’Agri». Ed è scontro tra premier e magistrati. Il filone d’inchiesta della Procura di Potenza è quello sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell’Eni.
I Carabinieri del Noe hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche negli ospedali lucani per verificare le patologie presenti in regione, tra cui anche quelle relative ai tumori, nell’ambito del filone d’inchiesta della Procura di Potenza sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell’Eni. Secondo quanto si è appreso stamani, a Potenza, è anche in corso una perizia specifica, condotta in contradditorio tra le parti. I rilievi, per quanto riguarda la parte relativa alle attività del Centro oli di Viggiano (Potenza), stanno proseguendo in tutta la Basilicata con indagini epidemiologiche anche sui «bioindicatori», ovvero su indicatori utili a dimostrare i possibili livelli di inquinamento sulle produzioni agricole locali e sugli allevamenti.
L’indagine avviata dalla Procura di Potenza sulla diffusione dei tumori in Basilicata, delegata ai carabinieri del Noe, è la prima del genere in Basilicata di carattere penale, ma è stata preceduta da una indagine di carattere parlamentare. Emerse allora che i dati relativi alle patologie tumorali in regione erano inferiori alla media nazionale
Nel 2007, infatti, fu istituita una commissione composta da rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, proprio al fine di verificare il tasso di tumori in Basilicata. Si percepiva, infatti – ricorda l’avvocato Giancarlo Viglione, allora capo di gabinetto del Ministero dell’ambiente – un sempre crescente numero di patologie tumorali in Basilicata, che alcuni mettevano in relazione con l’attività, da poco avviata, di un termodistruttore nell’area del Vulture-Melfese e con le prime importanti attività estrattive in Val d’Agri.
TROPPI MORTI PER TUMORI IN BASILICATA – «Una recente indagine dell’Ufficio statistica dell’Istituto superiore di sanità, trasmessa alla regione Basilicata, segnala sul territorio regionale, e in particolare in Val d’Agri, un eccesso di mortalità per tumori allo stomaco e per leucemie». Lo afferma il presidente dell’Associazione medici per l’ambiente (Isde) Roberto Romizi, secondo il quale, in relazione all’indagine avviata dai carabinieri del Noe sull’incidenza dei tumori nella regione, è «assolutamente verosimile un nesso tra l’aumentata mortalità per alcune patologie sul territorio e l’inquinamento ambientale».
L’indagine, di tipo statistico e basata sullo studio di dati sanitari correnti quali mortalità e ricoveri, riguarda un’area di 20 comuni (Val d’Agri e Valle del Sauro) e si riferisce al periodo 2003-2010. Secondo l’indagine statistica, rileva l’esperto, «si evidenzia per entrambi i sessi, un eccesso di mortalità per tumori maligni allo stomaco, ma anche per infarto, per malattie del sistema respiratorio e per malattie dell’apparato digerente».
MERCOLEDI’ ASCOLTATO SINDACO DI CORLETO – Si terrà domani mattina, alle ore 10.30, l’interrogatorio di garanzia dell’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino (Pd), ai domiciliari dallo scorso 31 marzo nell’ambito del filone dell’inchiesta potentina sulle estrazioni petrolifere relativo al progetto «Tempa Rossa» nel comune lucano.
I magistrati della Procura potentina non hanno invece ancora deciso quando ascoltare Gianluca Gemelli, l’imprenditore siciliano – compagno dell’ex Ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi – indagato per corruzione e traffico di influenze illecite, che nei giorni scorsi, attraverso il suo avvocato, Paolo Carbone, aveva chiesto di poter chiarire la propria posizione ai pm. Secondo quanto si è appreso, la data dell’interrogatorio di Gemelli sarà decisa solo dopo che i magistrati avranno ascoltato l’ex Ministra.
IL MINISTRO GUIDI INTERCETTATA IN LACRIME – Giovedì pomeriggio, intanto, l’ex ministro dimissionario dello Sviluppo economico, Federica Guidi, sarà sentita come persona informata sui fatti negli uffici della Questura di Potenza. Ora Federica Guidi sta ricostruendo l’agenda degli incontri e la memoria dei colloqui. «Ma soprattutto – riferisce all’Ansa una fonte vicina all’ex ministro – sta verificando il ruolo di Gianluca Gemelli, padre di suo figlio, ma con il quale non ha mai convissuto. Anzi da tempo si vedono solo ogni 7/15 giorni». Con Gemelli, viene ribadito, Federica Guidi «non ha interessi comuni. Non ha conti cointestati con lui, ed ha sempre provveduto lei e la sua famiglia alle necessità del figlio».
In una intercettazione del luglio 2014, quindi alcuni mesi prima dell’emendamento per Tempa Rossa, la ministra Guidi è stata ascoltata in lacrime mentre pronunciava la frase «mi stai utilizzando» rivolta al compagno Gianluca Gemelli (che è indagato in due filoni dell’inchiesta della Procura di Potenza e della Dna).
PROCURA SULLE DICHIARAZIONI DEL PREMIER: NO COMMENT – Le dichiarazioni del Premier Renzi alla direzione nazionale del Pd, invece, rinfocolano le polemiche e agitano le toghe. In una nota, vengono giudicate «inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti» da parte del presidente della sezione della Basilicata dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Salvatore Colella, le parole del Presidente del Consiglio che
aveva paragonato temporalmente le inchieste della Procura di Potenza sul petrolio alle Olimpiadi.
Nessun commento, invece, da parte dell’ufficio della Procura della Repubblica di Potenza alle parole di Renzi. Già ieri, al termine dell’audizione a Roma del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il Procuratore capo di Potenza, Luigi Gay, non aveva risposto alle domande dei giornalisti sulle frasi pronunciate da Renzi. Oggi i pm potentini Francesco Basentini e Laura Triassi sono impegnati negli interrogatori di garanzia delle cinque persone agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata, in particolare del «filone» riguardante lo smaltimento dei rifiuti nel centro oli dell’Eni di Viggiano (Potenza).
DIOCESI DI POTENZA: OK LE ESTRAZIONI MA RISPETTANDO LE REGOLE – «Sono stati falsati i dati sui rifiuti provocati dalla lavorazione del petrolio, sversati in un centro che si chiama ‘Tecnoparco’ di Pisticci, non adatto allo smaltimento di questi rifiuti particolari. Comunque, il danno maggiore per noi è questo danno ambientale. Non so se possiamo fidarci ancora delle notizie che l’Eni ha dato recentemente, dicendo che l’ambiente è pulito, l’aria è pulita». Lo afferma a Radio Vaticana don Salvatore Dattero, direttore dell’ufficio per i problemi sociali e del lavoro della diocesi di Potenza, sullo sfruttamento del petrolio in Basilicata.
«L’occupazione che tanto vanno sbandierando, non c’è stata – continua don Dattero -. Certamente un po’ di lavoro c’è stato, ma quell’enorme quantità di persone che dicono abbia lavorato non è così. Tant’è vero che da Viggiano, che è il centro, proprio, dove c’è il pozzo più grande, le persone partono perché lavoro non ce n’è. Secondo punto: si può coniugare lavoro, estrazione del petrolio, perché, è chiaro, non possiamo farne a meno, e rispetto dell’ambiente e della salute: rispettando le regole, sicuramente. E ovviamente non immaginando guadagni spropositati».
Per don Dattero, bisogna puntare di più sullo «sfruttamento delle risorse del sottosuolo con tante ricchezze che noi abbiamo: l’acqua, abbiamo la natura, abbiamo i beni archeologici, abbiamo Matera che sta attirando tantissimo e possono andare insieme. Pensi che dove c’è il maggior pozzo, a Villa d’Agri, c’è il Parco nazionale della Val d’Agri, insieme al Parco nazionale del Pollino: proprio per salvaguardare questa ricchezza che ci appartiene. Turismo, ambiente, acqua e anche il petrolio: possono andare insieme. Rispettando le regole».