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Pianeta Terra: viviamo al di sopra delle nostre possibilità

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A livello globale consumiamo le risorse di un pianeta e mezzo. Pubblicato il Living Planet Report: tra biodiversità distrutta ed erosione delle coste, lo sguardo impietoso di un astronauta che vede il pianeta dall’alto.
Ogni tanto arriva la doccia fredda dei numeri. Stavolta ci ha pensato il WWf con il Living Planet Report 2012, l’indagine del WWF secondo un punto di vista privilegiato, quello dell’astronauta André Kuipers dell’Agenzia Spaziale Europea, che dall’alto ha osservato gli effetti della nostra “impronta ecologica”. In un solo anno consumiamo nel mondo le risorse di un pianeta e mezzo, ma in Italia superiamo addirittura la media con uno stile di vita che comprometterebbe le risorse di 2,5 pianeti. Raccontiamolo ai nostri governanti che parlano di debito: viviamo ampiamente al di sopra delle nostre reali capacità!
L’Indice del Pianeta Vivente che misura lo stato di salute della biodiversità della Terra in questo rapporto ha preso in esame  9.000 popolazioni di specie di vertebrati di oltre 2.600 specie di pesci. Ebbene tra il 1970 si è avuta la perdita del 30% di biodiversità a livello globale con punte del 60% nei Tropici. Cosa si può e si deve fare? Il WWF ha elaborato un piano di cinque mosse per soccorrere il pianeta moribondo:
1. Preservare il capitale naturale e proteggere la biodiversità.
 2. Produrre meglio. Sistemi di produzione efficienti contribuiscono ad abbassare l’Impronta ecologica dell’umanità e a riportarla nei limiti ecologici, riducendo la domanda antropica di risorse idriche, territorio, energia e altre risorse naturali.
3. Consumare in maniera saggia. Vivere nei limiti ecologici della Terra richiede anche modelli di consumo globali in equilibrio con la biocapacità del Pianeta. Ridurre l’Impronta ecologica – e in particolare quella del carbonio – delle popolazioni ad alto reddito deve essere l’obiettivo primario. Cambiare i modelli alimentari e una riduzione degli alimenti sprecati dalle popolazioni più ricche rappresentano dei fattori cruciali.
4. Riorientare i flussi finanziari. In troppi casi, il sovrasfruttamento a breve termine delle risorse e il danneggiamento o la distruzione degli ecosistemi  risultano una grande fonte di profitti per pochi attori, mentre i benefici a lungo termine del proteggere, mantenere e investire nei capitali naturali vengono valutati economicamente in maniera errata, o non valutati affatto.  
5. La gestione equa delle risorse. Una gestione equa delle risorse costituisce la seconda condizione essenziale per ridurre e condividere il nostro utilizzo delle stesse, rimanendo entro la capacità rigenerativa di un solo Pianeta. E’ necessario anche migliorare gli standard sanitari ed educativi e creare piani efficaci di sviluppo economico.  Inoltre, una gestione equa delle risorse richiede un cambiamento delle definizioni di benessere e successo, che dovrà includere la salute personale, sociale e ambientale.
Lo sguardo dell’astronauta dalla prospettiva spaziale ci parla in modo preoccupato delle sorti del mondo: “Abbiamo un solo pianeta. Da qui riesco a vedere l’impronta dell’umanità, tra cui gli incendi delle foreste, l’inquinamento atmosferico e l’erosione del suolo e delle coste – le sfide che si riflettono in questa edizione del Living Planet Report “, ha detto Kuipers nel lancio del rapporto durante la sua seconda missione nello spazio. “Mentre ci sono pressioni insostenibili sul pianeta, abbiamo la possibilità di salvare la nostra “casa”, non solo per il nostro beneficio, ma, soprattutto, per le generazioni a venire”.

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