Piantare un albero per ogni abitante del pianeta
homepage h2
L’Earth Day si celebra in tutto il mondo con manifestazioni di sensibilizzazione, pulizia delle aree verdi, iniziative educative per i bambini, incontri con i politici. Numerosi gli eventi anche in Italia, dalla Sicilia al Piemonte. L’edizione di quest’anno si concentra sulla necessità di piantare nuovi alberi e foreste ovunque. E gli organizzatori si sono posti un obiettivo ambizioso: dal qui al 2020, cinquantesimo anniversario della Giornata, il network di ong vuole piantare un albero per ogni abitante della terra, 7,8 miliardi. Gli alberi assorbono l’anidride carbonica prodotta da fabbriche, riscaldamento, auto, ripuliscono l’aria dalle polveri sottili e da gas nocivi come monossido di azoto, ammoniaca, diossido di zolfo, ozono, forniscono cibo, energia e reddito alle comunità locali, ospitano l’80% delle specie animali terrestri. Le foreste riducono il dissesto idrogeologico e forniscono spesso acqua potabile. Ci vogliono 96 alberi per assorbire l’anidride carbonica prodotta in media da una sola persona. Tagliare gli alberi vuol dire ridurre l’assorbimento di CO2 e quindi aumentare il riscaldamento globale. Un recente rapporto della ong americana Union of Concerned Scientist (Unione degli scienziati preoccupati, nata al Mit di Boston nel 1969) sostiene che la deforestazione è responsabile del 10% delle emissioni di gas serra (ma la Fao di recente parlava di un valore fra il 12 e il 20%). Per gli scienziati del Massachusetts, sono quattro i principali motori della deforestazione, che portano da soli alla distruzione di 3,83 milioni di ettari all’anno, l’estensione della Svizzera: l’allevamento del bestiame (2,71 milioni di ettari), la coltivazione della soia (480.000), quella dell’olio di palma (270.000) e l’industria del legno (380.000).