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Ponte sullo Stretto: ancora due anni di agonia

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Il Consiglio dei Ministri ha deciso di “prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina. Legambiente e Wwf: “Decisione vergognosa”.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di “prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità”. E’ quanto si legge nel comunicato di palazzo Chigi. Dice il Governo: “solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell’efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%. Questa nuova procedura dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso, durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale”.
“Non è la proroga per l’approvazione la strada più conveniente, ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perchè tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina”. Così Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente commenta la decisione del Consiglio dei Ministri. “Il Governo Monti – aggiunge Zanchini – ha preso una decisione sbagliata e contro l’interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L’unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della Maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto. Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un opera che mai verrà costruita. L’unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza – ha concluso Zanchini – è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell’area dello Stretto”.
“Decisione ‘pilatesca’ degna della Prima Repubblica, e ingiustificabile per un governo di tecnici”, commenta cos il WWF Italia. “Il Governo dopo ben nove anni di studi ha già oggi tutti gli elementi per chiudere con il progetto, con il General Contractor, senza pagare penali, e con quell’ente inutile che è la Stretto di messina SpA”, prosegue la nota.  Il WWF ricorda al Governo che l’esecutivo in carica sa perfettamente già oggi che questa opera “costerebbe al Paese ben 8,5 miliardi di euro, è irrealizzabile dal punto di vista tecnico, va ad incidere su un’area ampiamente vincolata per gli straordinari paesaggistici e severamente tutelata dall’Europa”. “Alla luce di questi elementi – conclude la nota del WWF – il Governo, come sembrava orientato a fare, può chiudere questa vicenda anche oggi, senza tra l’altro contribuire a devastare il territorio pur di accontentare i gruppi di potere locali con infrastrutturali immediatamente cantierabili connesse ad un’opera che non si farà, come incredibilmente viene sostenuto nel comunicato del Consiglio dei Ministri”.
Fonte: Ansa

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