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Rapporto SENTIERI: nei siti inquinati monitorati c’è maggiore rischio di mortalità

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Tra il 2013 e il 2017, nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica SENTIERI si è stimato un rischio di mortalità maggiore del 2%, pari a circa 1.668 decessi l’anno. I dati emergono dal sesto rapporto SENTIERI, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento.
Rapporto SENTIERI: nei siti inquinati monitorati c’è maggiore rischio di mortalità
Tra il 2013 e il 2017, nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica SENTIERI si è stimato un rischio di mortalità maggiore del 2%, pari a circa 1.668 decessi l’anno. I dati emergono dal  sesto rapporto SENTIERI, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento.
«La percentuale dei decessi in eccesso rispetto al totale è pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7% nel 2006-2013 (Quinto Rapporto SENTIERI) al 2,6% nel periodo più recente (2013-2017) – si legge nel comunicato diffuso sullo studio – I tumori maligni contribuiscono per oltre la metà (56%) degli eccessi osservati. Scendendo nel dettaglio del nesso tra patologie e fattori di esposizione, la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine nei siti con fonti di esposizione ambientale ad esso associabili. Inoltre, sono in eccesso la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residente nei siti con discariche».
«Il rapporto ha messo in luce anche un eccesso del rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali nell’insieme dei 46 siti, è risultatodel 3% in entrambi i generi. Un eccesso di rischio di ospedalizzazione viene osservato anche nella classe di età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) per il 43% delle aree studiate e in età giovanile (20-29 anni) per il 15% delle aree contaminate – prosegue la nota – In 21 siti coperti da Registri delle malformazioni congenite sono state analizzate le anomalie congenite diagnosticate nel primo anno di vita; il maggior numero di casi riguarda le anomalie dei genitali».
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