Reca: «L’Emilia Romagna approva risoluzione negativa sulla gestione dei fiumi»
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«La risoluzione che l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna ha votato all’unanimità sulla gestione dei territori fluviali è assai ambigua e crediamo che ciò sia dettato dalla volontà di ottenere il consenso di quella parte delle popolazioni alluvionate tuttora convinta che il taglio a raso delle vegetazioni fluviali sia la strada da percorrere»: lo afferma Reca.
«La risoluzione che l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna ha votato all’unanimità sulla gestione dei territori fluviali è assai ambigua e crediamo che ciò sia dettato dalla volontà di ottenere il consenso di quella parte delle popolazioni alluvionate tuttora convinta che il taglio a raso delle vegetazioni fluviali sia la strada da percorrere»: lo afferma Reca, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna.
«Ci amareggia il fatto che anche quei consiglieri e quelle consigliere che in passato hanno espresso vicinanza all’elaborazione ambientalista, e su questa hanno anche impostato le proprie campagne elettorali, non abbiano sentito il dovere di distinguersi dal conformismo predominante e non abbiano ritenuto di fare dichiarazioni improntate al pensiero critico e di esprimere un voto contrario. Manifestiamo la nostra ferma convinzione che sul tema della riqualificazione fluviale sia assolutamente necessario procedere ad un percorso di approfondimento scientifico serio, e conseguentemente a decisioni di politica territoriale libere da spinte demagogiche, e improntate invece al ripensamento complessivo dell’intero assetto idrogeologico della nostra regione» spiegano da Reca in una nota.
«Dal punto di vista del merito, la risoluzione tocca temi/argomenti veramente pericolosi come “pulizia degli alvei e delle golene” (emendato con “manutenzione degli alvei e delle golene”), il futuro di SIC e ZPS nelle aree golenali e negli alvei che possono portare anche verso una negazione dei corsi d’acqua come ecosistemi naturali, ma che affermano anche cose ovvie come affermare la necessità di “manutenzione degli alvei e delle golene dei fiumi da monte fino alla foce”. Cose di fatto già previste e normate da leggi e piani che aprono il fronte a diverse possibili interpretazioni. Ad esempio, un riferimento alle Linee guida regionali per la riqualificazione integrata dei corsi d’acqua naturali dell’Emilia-Romagna, per la riqualificazione morfologica, per la mitigazione del rischio di alluvione e il miglioramento dello stato ecologico sarebbe sicuramente stato utile; ma viene il dubbio che i consiglieri stessi non le conoscano» prosegue la nota.
«Se poi a questa risoluzione inutile approvata all’unanimità affianchiamo il Decreto del presidente dell’AdB del Fiume Po di qualche settimana fa, che annulla i vincoli urbanistici di salvaguardia per le zone alluvionate, per evitare vincoli e ostacoli alla libera attività dei Comuni, viene il sospetto che il partito dei Sindaci stia prendendo il sopravvento sulla pianificazione territoriale a livello regionale ovvero di bacino idrografico, di cui invece di questi tempi si sente un’assoluta necessità» si legge ancora.
«Chiediamo chiarimenti sul testo emendato e dovrebbe essere chiaro (o chiarito) che la gestione della vegetazione va modulata secondo le diversità dei tratti di un fiume e delle funzioni che svolge, anche e soprattutto funzioni ecosistemiche. Sarebbe necessario (da parte del consiglio e dei consiglieri) un approfondimento di qualità del tema per essere consapevoli della complessità dei sistemi fluviali. Ribadiamo quanto più volte scritto dagli esperti e dalle linee guida regionali per la gestione dei fiumi: gli alberi stabilizzano le sponde con le loro radici, senza alberi gli argini e le sponde sono erose dalla violenza delle acque. Meno alberi vuol dire velocizzare il flusso di acqua, potenziare la sua portata poco più a valle creando disastri maggiori. Già vediamo fenomeni di erosione spondale dovuti alla mancanza di vegetazione, crepe preoccupanti sugli argini».
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LETTURE UTILI
Nelle città, nei boschi, lungo i fiumi, gli alberi sono sempre più minacciati da tagli indiscriminati e scelte dettate da speculazioni e incompetenza.
Un’inchiesta a tutto tondo sui problemi aperti e gli interessi in gioco. Ma anche un viaggio alla scoperta dei tanti movimenti che in Italia lottano per salvarli e di come ciascuno di noi può mobilitarsi.
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