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“Save the queen”, la campagna per salvare le api

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Legambiente lancia la campagna Save the queen. Dieci le azioni al centro della campagna per tutelare le api, questi preziosi impollinatori oggi a rischio. Tra queste: biomonitoraggio, adozione di un’arnia, più orti urbani, accordi a sostegno delle imprese virtuose.
“Save the queen”, la campagna per salvare le api
Sono preziosi impollinatori, sentinelle ecologiche e bioindicatori della qualità dell’aria. Stiamo parlando delle api, oggi a serio rischio estinzione.
A loro Legambiente dedica la campagna nazionale Save the queen, «con l’obiettivo – spiegano dall’associazione – di informare e sensibilizzare i cittadini, fare proposte green a istituzioni, mondo imprenditoriale e consumatori e tessere, al tempo stesso, una rete di alleanze con gli apicoltori che svolgono un ruolo fondamentale per la custodia della natura. Dieci le azioni al centro della campagna che ha come simbolo l’ape regina: creazione di una vera e propria rete di mappaggio capillare nella penisola per individuare pesticidi e metalli pesanti attraverso le api, realizzata in collaborazione con la start up Beeing; adozione di arnie; più orti urbani; accordi specifici con aziende agricole per mettere in campo azioni per tutelare ed incrementare la presenza di api ed insetti pronubi nei territori attraverso, ad esempio, la coltivazione di piante mellifere; campagne informative rivolte ai cittadini con percorsi didattici e attività di sperimentazione, coinvolgendo anche il mondo universitario e della ricerca; pressing sul mondo istituzionale per chiedere interventi e risposte concrete; creazione di una rete di Comuni amici delle api; creazione di una rete di Parchi “Save the queen” messa in campo di azioni economiche a sostegno diretto di filiere agricole produttive virtuose; realizzazione di una linea di miele Save the queen, selezionando apicoltori che operano nel massimo rispetto delle api e degli ambienti naturali per creare, così, una selezione di mieli italiani di alta qualità».

Petizione per un modello agricolo sostenibile

La campagna ha un suo spazio virtuale specifico, agricoltura.legambiente.it/save-the-queen, «in cui si potranno trovare informazioni sulle api, ma anche diversi contenuti di approfondimento, foto e video. Inoltre, sarà anche possibile firmare la petizione per chiedere alla Commissione europea di sostenere un modello agricolo» non basato sulla chimica tossica spiega Legambiente.
La campagna è promossa da una coalizione di 90 organizzazioni in 17 paesi europei. Obiettivo della campagna è la raccolta di 1 milione di firme entro settembre 2020 allo scopo di chiedere alla commissione Europea di adottare attraverso provvedimenti normativi una legislazione più efficace nell’ambito della tutela delle api e degli insetti pronubi, per raggiungere una riduzione dell’80% dell’utilizzo di pesticidi entro il 2030 e la loro totale eliminazione entro il 2035.

L’importanza delle api

«Conosciute per la loro grande operosità e la produzione di miele, nettare degli dei – spiega l’associazione – le api formano insieme sistemi estremamente complessi all’interno dei quali ogni individuo non lavora per sé ma per la sopravvivenza dell’intera colonia, costituendo una vera e propria società di stampo matriarcale fondata sulla cooperazione. Gli Apoidei, la superfamiglia di insetti dell’ordine degli imenotteri (cui appartengono circa 20.000 specie tra cui una delle più importanti è proprio l’apis mellifera), insieme agli altri insetti pronubi come coleotteri e lepidotteri, forniscono un servizio ecosistemico fondamentale nel promuovere la biodiversità, essendo responsabili della riproduzione di oltre l’80% della flora naturale esistente, erbacea, arbustiva e arborea e favorendo l’impollinazione di più del 75% delle piante coltivate».
In questo modo contribuiscono alla produzione di 150 diverse colture agricole che da essi possono dipendere parzialmente o come spesso accade interamente, a garanzia della nostra sicurezza alimentare.
«Oggi, la famiglia delle api è in serio pericolo. Fino ad oggi, è stato soprattutto il calo nelle popolazioni dell’ape da miele domestica a far parlare di sé, ma la nuova lista rossa europea indica che il 9% di tutte le specie di api del nostro continente è a rischio di estinzione – si legge nella nota di Legambiente – Nella lista rossa delle api italiane minacciate, pubblicata dalla IUCN nel 2018, delle 151 specie di api native in Italia, 5 sono in pericolo critico di estinzione e non sono state ritrovate di recente, pertanto sono considerate potenzialmente estinte, altre 2 specie sono in pericolo critico, 10 specie sono in pericolo, 4 specie sono vulnerabili (in totale sono quindi 21 le specie a rischio di estinzione) e altre 13 sono prossime ad uno stato di minaccia. I cambiamenti climatici, l’impiego di molecole chimiche di sintesi (neonicotinoidi), metodi di agricoltura intensiva, invasione di specie aliene ma anche modifiche dell’uso e nella gestione del suolo incidono in modo visibile sulla loro sopravvivenza. Senza contare che verrebbe meno la loro attività di impollinazione, che contribuisce, secondo alcuni studi della Fao, all’incremento della produttività media agricola del 24%. Per molte colture infatti il contributo al settore agricolo delle api mellifere è ben superiore al valore economico dei prodotti apistici».
Legambiente ricorda che oggi solamente le colonie di api allevate (Apis mellifera), e quindi sottoposte al controllo degli apicoltori, sopravvivono, mentre sono fortemente rarefatte (almeno in Europa) le api selvatiche. Questo fenomeno ha portato alla forte riduzione degli alveari naturali, con conseguente perdita del patrimonio genetico complessivo. Per questo, è fondamentale tutelare gli insetti impollinatori con il contributo degli apicoltori, ambasciatori e custodi della natura.

Letture utili

Due libri sono assai utili per imparare a prendersi cura delle api in modo naturale, rispettandole ed eliminando l’uso di prodotti chimici tossici. Uno è “Apicoltura biologica con arnie Warré e top bar. Per una apicoltura naturale alla portata di tutti” di Marco Mantovani, manuale pratico per autocostruire le arnie, scegliere i rimedi naturali contro le malattie delle api e gestire in modo ecosostenibile e a basso costo l’apiario.

Forte della lunga esperienza di apicoltore, l’autore propone un metodo molto innovativo basato sull’adozione di arnie di facile costruzione e di ancora più semplice gestione. Un’apicoltura «estensiva» che, a differenza di quella convenzionale intensiva, riduce al minimo lo stress a carico delle api, limitando allo stretto necessario gli interventi sulle arnie.

L’altro è “La rivoluzione dell’alveare. Allevare le api in modo naturale con la Permapicoltura” di Mauro Grasso, la testimonianza di un grande amore per le api e la presentazione di un nuovo approccio all’apicoltura, un approccio profondamente ecologico e rispettoso dell’organismo alveare.
Negli ultimi anni, a causa delle continue morie di api, dei cambiamenti climatici in corso e dei numerosi trattamenti contro i parassiti vecchi e nuovi, il lavoro dell’apicoltore è diventato difficile e poco remunerativo.

La proposta provocatoria e rivoluzionaria di Mauro Grasso parte da un principio semplicissimo: proviamo a mettere le mani nell’arnia il meno possibile e lasciamo fare alle api. Ispirandosi al metodo ideato da Oscar Perone, ideatore della permapicoltura, l’autore suggerisce una pratica apistica a basso impatto ambientale, basata su un nuovo modello di arnia in grado di soddisfare a pieno le esigenze etologiche dell’organismo alveare, in modo da offrire alle api le condizioni migliori per sviluppare strategie per sopravvivere ai nuovi parassiti e a un ambiente sempre più contaminato.
Questo libro è una sfida e insieme un invito, rivolto a tutti gli apicoltori, professionisti o alle prime armi, a mettersi in gioco per trovare insieme nuove strade.

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