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Sì al referendum o sì alle trivelle?

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Dopo il sostegno dell’ambasciata statunitense cresce il sospetto che dietro al Sì al referendum costituzionale si annidino dei grossi interessi economici. I sostenitori del NO: più spazio alle trivellazioni e via libera al gasdotto pugliese
Basta un sì, recita il comitato referendario per la riforma costituzionale. Un sì per cosa? Cresce il sospetto da parte di costituzionalisti e comitati per il No che dietro la riforma si possano annidare interessi economici forti che potrebbero trovare una via più agevole anche per l’accaparramento delle risorse energetiche. E il sospetto cresce soprattutto alla luce del nuovo esplicito sostegno dell’ambasciata statunitense.
Lo stesso Renzi aveva detto che la riforma costituzionale, che annulla la concorrenza di competenze tra Stato e regioni, alleggerirà le bollette. Ma tra le pieghe del documento, pubblicato sul sito del Comitato, si intuisce un indirizzo molto chiaro per quanto riguarda la politica energetica del Paese.
Il comitato per il sì” fa sapere che, se passerà la riforma costituzionale, sarà finalmente possibile rilanciare le attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio nel nostro paese.
Per fare questo, afferma il comitato, occorre riportare la competenza legislativa sull’energia nelle mani dello Stato; in questo modo, si “delinea un quadro chiaro e preciso delle competenze esclusive dello Stato e delle Regioni” e si riduce, per conseguenza, anche il contenzioso davanti alla Corte costituzionale. Un indisturbato rilancio delle attività petrolifere produrrebbe, inoltre, immediati benefici per i cittadini italiani, in quanto alleggerirebbe il costo delle bollette del gas e della luce e ci farebbe stare, in generale, più tranquilli: “senza petrolio e derivati” – dichiara il Comitato – “le nostre macchine non circolerebbero, e con esse la gran parte dei beni (anche di prima necessità) che nel nostro paese viaggiano su gomma”. Per il comitato, infine, tra i progetti strategici da realizzare vi è anzitutto quello della Tap (il megagasdotto che dalla Puglia attraverserà l’Italia intera).
Secco il commento di Enzo Di Salvatore, Università di Teramo e del Coordinamento nazionale No Triv: “la riforma non riduce il contenzioso; al contrario, lo inasprisce. Le lungaggini di cui parla il comitato non sono dovute ai ricorsi pendenti dinanzi alla Corte costituzionale, ma, semmai, ai giudizi pendenti dinanzi al Tar. Ma, anche in questo caso, non sono tantissimi. E comunque raramente – anzi, direi: quasi mai – il Tar ha concesso la sospensiva del provvedimento”.
Per quanto riguarda il megagasdotto il giudizio è perentorio:” la TAP non porterà gas nelle case degli italiani: si limiterà ad attraversare il nostro Paese per portare gas in Europa. Quindi non si vede in che modo le bollette dei cittadini sarebbero più leggere!
 

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