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Tap, nel cemento cromo esavalente oltre i limiti

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L’Arpa Puglia ha riscontrato livelli di cromo esavalente oltre i limiti nel cemento del pozzo di spinta per il gasdotto Tap realizzato a San Basilio nel Leccese. Nel luglio scorso il cromo esavalente era stato individuato nella falda acquifera e questo aveva indotto il sindaco di Melendugno a sospendere i lavori. Domenica 20 gennaio manifestazione di protesta contro i lavori organizzata dal movimento No Tap.
Cromo esavalente oltre i limiti nel cemento del pozzo di spinta per il gasdotto Tap a San Basilio, nel Leccese: lo confermano le analisi di Arpa Puglia.
«Il valore riscontrato è pari a 11,3 parti per milione, quando invece la soglia massima prevista dal D.M. 10 maggio 2004 è di 2 parti per milione» spiegano gli attivisti del movimento No Tap che intanto hanno organizzato una manifestazione di protesta per domenica 20 gennaio, a partire dalle ore 10, in via Gonnella in Contrada Mataggiola (Brindisi), presso il centro di interconnessione tap-Snam ( QUI le informazioni).
Fa sapere Arpa Puglia: «Il test di cessione sui campioni di materiale cementizio del pozzo di spinta ha consentito di rilevare la presenza di Cromo, totale ed esavalente, nello stabilizzato di cava dell’area conci e nel cemento utilizzato per il pozzo di spinta”. “Assumendo – spiega l’Arpa – ai fini esclusivamente qualitativi, come termine di confronto i valori delle CSC (concentrazioni di soglia di contaminazione) definiti per le acque sotterranee, i valori riscontrati di Cromo esavalente risultano essere più elevati della CSC medesima”.
Intanto il gruppo Mamme No Tap fa sapere che «l’istanza d’accesso agli atti presentata nelle scorse settimane dal Codacons volta ad ottenere copia della valutazione d’impatto ambientale relativamente al TAP passa da un ufficio all’altro senza ottenere risposta. Il Ministero dell’Ambiente, attraverso la Direzione Generale per la Protezione della natura e del mare, se ne lava le mani e chiama in causa la Direzione Generale per le Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali, rinviando a tale ufficio l’istanza del Codacons. Così facendo i tempi per ottenere risposte si allungano a dismisura e i cittadini vengono privati della dovuta trasparenza in fatto di opere pubbliche».
Il Coordinamento No Tap ha poi ricostruito sul proprio sito le tappe burocratiche riguardanti documenti, atti e concessioni, affermando che «qualcosa di davvero pericoloso preoccupa il governo».

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