È stato pubblicato sul sito del ministero delle infrastrutture l’analisi costi-benefici sulla linea Tav Torino-Lione; il documento è stato redatto dalla commissione ministeriale apposita. Dal documento emerge che l’opera produce 7-8 miliardi di euro di perdite mentre il rischio di penali, secondo il ministro Toninelli, sarebbe di molto inferiore: 1,7 miliardi.
Un progetto dalla redditività “fortemente negativa” che presenta
un conto di 7-8 miliardi di euro e un impatto sulla finanze pubbliche tra i 10 e i 16 miliardi. Il verdetto sulla Tav è arrivato e le 78 pagine dell’analisi costi-benefici, redatta dal gruppo di lavoro incaricato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, contiene una sonora
bocciatura del collegamento ferroviario Torino-Lione (
QUI il testo consultabile)
.
“L’analisi conferma i dubbi sull’utilità dell’opera, ma la scelta spetta al Governo”, è stato il commento della sindaca di Torino Chiara Appendino.
Le perdite
Quello che è certo è che i numeri decretano il ‘no’ tecnico alla Tav. Numeri che emergono dallo scenario “realistico” prospettato nell’analisi costi-benefici che rivede quello dell’Osservatorio 2011. Rispetto a 8 anni fa, vengono dimezzati i flussi di merce attratti dal modo stradale; si assume che la diversione modale avvenga su percorsi non superiori ai 500 km in territorio italiano e francese e non si verifichi (o non sia attribuibile direttamente al progetto) per le tratte più periferiche (ad esempio internamente alla Slovenia). E, ancora, si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari all’1,5% (invece del 2,5%); per i passeggeri la domanda generata per il segmento di lunga percorrenza viene assunta pari al 50% di quella esistente (invece del 218%) e quella dei passeggeri regionali al 25% (invece del 50%). E’ in questo scenario, dunque, che il Vane, il valore attuale netto economico, risulta pari rispettivamente a -6.995 milioni considerando i costi “a finire”, che escludono la somma già spesa di 1,4 miliardi e rappresentano il valore oggi rilevante, sotto il profilo economico, ai fini della decisione in merito alla prosecuzione del progetto, e a -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero. Sul fronte giuridico, le conclusioni parlano di “contratti in corso” per cui il valore del possibile contenzioso, in caso di scioglimento anticipato, andrà parametrato sul valore residuo dei soli contratti in essere. I fondi già versati dall’Ue che potrebbero essere richiesti in restituzione ammontano ad oggi a 535 milioni di euro e rappresentano il massimo ipotizzabile.
Toninelli: «Dati impietosi»
Per il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, “i numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell’opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento. Una cifra che scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più ‘realistico’ di crescita dell’economia, dei traffici e di cambio modale”.
La decisione, ora, “come è naturale che sia, spetta al Governo stesso nella sua piena collegialità”, aggiunge il ministro, che poi chiarisce: “La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall’analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia. Essa si configura piuttosto come un prezioso elemento di informazione per indicare a tutti gli interlocutori l’opportunità di verificare se esistano impieghi migliori delle risorse che sarebbero destinate al progetto”. “Voglio ribadirlo – sottolinea il ministro -. Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese”.