Terre vivante: un’oasi di ecologia
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Un’esperienza che ogni anno richiama quasi ventimila visitatori provenienti da diversi paesi d’Europa.
Molti la conoscono per le sue piste da sci che ospitano, ogni anno, più di un appuntamento di Coppa del mondo. Pochi si immaginano quanto sia bella anche senza neve. Chi la scopre, comunque, non la dimentica. Parliamo della francese Val d’Isère, la vallata che si incontra al di là dell’Arco Alpino, appena passati i valichi del Frejus o del Monginevro.
Grenoble è la città più importante, ma è allontanandosi dal suo centro, che si entra in contatto con la vera anima di questa regione. Colline, borghi, paesini arroccati, stradine di campagna.
Un continuo su e giù tra salite e discese, tornanti e rettilinei. Soprattutto la parte più a Sud nasconde siti d’eccezione. Cinque, in particolare, recitano i depliant turistici, meritano una visita. Quali sono? In ordine alfabetico: il bateau La Mira, ovvero una crociera alla scoperta dei fiordi e dei canyon che caratterizzano il lago di Monteynard; il Chemin de fer de La Mure, il vecchio treno che nel secolo scorso portava il carbone e che oggi assicura un tragitto mozzafiato su viadotti vertiginosi, ponti e tunnel; il Domanine de Vizille, la circoscrizione di Vizille, alle porte di Grenoble e del massiccio d’Oisans, lungo la celebre via Napoleone, con il meraviglioso castello, i suoi giardini e il parco con decine di cervi; la Mine Image, antica miniera di antracite nei pressi di La Motte d’Aveillans, con le sue gallerie e il museo. Ma è soprattutto l’ultimo sito dell’elenco, Terre vivante, ad essere veramente unico. Non soltanto in Francia, ma in tutta Europa.
Il centro sperimentale più grande d’Europa
Terre vivante è, infatti, il più esteso centro sperimentale di ricerca sulle tecniche di ecologia pratica.
“L’idea di creare qualcosa di esemplare è nata più di vent’anni fa, nel 1979, da un gruppo di sette amici appassionati di ecologia” spiega Claude Aubert, 65 anni, presidente dell’associazione Terre vivante e uno dei padri dell’agricoltura biologica francese. “Il primo passo è stato fondare, nel 1980, il bimestrale Les Quatre Saison du jardinage (Le quattro stagioni del giardinaggio), ancora oggi l’unica rivista francese che si occupa di queste tematiche”.
Due anni dopo la casa editrice parigina, incomincia a pubblicare anche libri, da cinque a sei all’anno, su giardinaggio, salute, edilizia, cucina. Tutto, naturalmente, in chiave ecologica. “Mano a mano che passava il tempo e incontravamo sempre più l’interesse della gente, abbiamo maturato l’esigenza di dimostrare, non soltanto in modo teorico che era possibile rea-lizzare davvero lo stile di vita proposto” continua Aubert. “Così abbiamo cominciato a girare la Francia alla ricerca di un luogo ideale per mettere in pratica le nostre idee. Dopo tre anni, abbiamo individuato una zona nel Sud della Val d’Isère. Un’area incontaminata estesa per una settantina di ettari e di proprietà del comune di Mens. Prima di acquistarla abbiamo dovuto convincere la popolazione della bontà del nostro progetto. Per riuscirci è stato determinante il contributo del sindaco di Mens, nostro lettore da tempo”.
Nel 1994, Terre vivante apre i battenti. E il Centro diventa, naturalmente, la sede di Les Quatres Saison du jardinage che rimane ancor oggi la colonna portante (dal punto di vista economico) del progetto con 20 mila abbonati.
Uno spazio per l’ecologia pratica
Anche la casa editrice che vende oltre 80 mila libri l’anno viene trasferita qui. Oggi al centro, tra redattori, giardinieri, animatori, lavorano una trentina di persone, di cui 20 impegnate tutto l’anno. Nel 2000 vi sono stati 15 mila presenze, nel 2001 si è registrato un aumento del 20 per cento che ne ha fatto salire il numero a 18 mila. Qual è l’identikit del visitatore tipo? In realtà non esiste. Arrivano single, famiglie, gruppi e moltissime scolaresche.