Dopo il grande successo a Monza e Torino la mostra d’arte TRANSAVANTGARBAGE – Le Terre dei Fuochi e di Nessuno di Marisa Laurito sbarca dal 16 maggio al 30 giugno a Napoli presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore, in occasione della manifestazione “Maggio dei monumenti”, uno dei principali appuntamenti turistici del capoluogo campano.
“Il tema dell’ambiente mi sta a cuore da sempre” dice Marisa Laurito, artista napoletana eclettica e poliedrica. “Alla terra dei fuochi ho dedicato il docufilm “Il segreto di Pulcinella” con l’obiettivo che non fosse solo una mera denuncia, ma lo specchio della condizione di fragilità dell’essere umano che ha paura perché è vittima, troppo spesso, di interessi più grandi. TRANSAVANTGARBAGE nasce invece in seguito a un lungo viaggio in cui percorrendo la nostra penisola ho svelato gli orrori devastanti che la attraversano da nord a sud, nessuno escluso”.
Su 20 regioni, 19 sono coinvolte e sconvolte da rifiuti altamente pericolosi di ogni tipo: nucleari, industriali, chimici. “Si salva solo la Val D’Aosta” spiega l’artista.“Ho fatto un viaggio in queste terre degli orrori prendendomi anche mali, allergie. E ci sono solo passata, pensiamo a quelli che sono costretti a viverci perché non hanno alternative”.
Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso 22 scatti fotografici e alcune istallazioni con cui l’artista mescola silicone, colori, tessuti e materiali vari, dando vita ad oggetti-opere che generano e racchiudono un mondo variopinto che è al contempo motivo di evasione, distrazione, ma anche e soprattutto, riflessione. Non è, in effetti, casuale la scelta del silicone, materiale che riconduce al concetto di ritocco estetico nell’era della chirurgia plastica.
«Voglio smuovere le coscienze»
“Ho costruito di volta in volta dei set quasi cinematografici per dare bellezza e senso estetico a luoghi che per quanto sono stati deturpati ormai hanno perso la loro autenticità e il loro fascino. L’idea è nata nel 2017 ma è diventata un vero e proprio progetto che cerco di portare in giro per l’Italia e all’estero. Il mio intento principale? Di certo la cosa che mi spinge più di tutto a fare questa mostra è quella di smuovere le coscienze soprattutto quelle dei più giovani. A Monza, nella prima esposizione in Villa Reale, hanno partecipato moltissime scolaresche e questo mi ha riempito il cuore”.
Un progetto di forte denuncia sociale che incrimina un sistema economico che in nome del profitto a tutti i costi produce inquinamento e morte. La mostra ha come scopo la divulgazione del problema, il risveglio delle coscienze e la denuncia dell’insulto ambientale che lede il diritto dei cittadini alla salute e alla vita. “Ho grande speranza nei giovani che hanno mostrato con le recenti manifestazioni per il clima di avere una coscienza più spiccata sui temi che attanagliano il nostro pianeta. Tanti di loro sono già in prima linea ma molti sono esclusi da queste riflessioni e mobilitazioni. Insieme alle associazioni impegnate e attive come
Mare Vivo, che ha dato il suo patrocinio alla mostra fotografica, si può fare molto per coinvolgerli e includerli”.
Mostra e personaggi
I 22 scatti confluiscono in un catalogo artistico, un articolato progetto editoriale nel quale le opere sono corredate dall’autorevole analisi di un critico e storico dell’arte di fama internazionale. Il catalogo presenta anche il contributo di un giornalista, che ripercorrerà le tappe dell’evoluzione della problematica ambientale specifica di ogni regione e una raccolta di racconti tratti da storie vere, a testimoniare il dramma di vivere, tra sofferenza e resistenza, nelle tante Terre dei Fuochi italiane.
In questo progetto di impegno profondo e intenso, Marisa Laurito ha coinvolto anche noti personaggi tra cui Piera Degli Esposti, Rosalinda Celentano, Renzo Arbore, Dacia Maraini e molti altri. “ Sono rimasta colpita dall’estrema generosità e sensibilità di questi artisti, molti dei quali sono grandi amici. Hanno aderito tutti spingendomi ed invitandomi a proseguire questo cammino di denuncia. Sono convinta che oggi l’essere famosi implichi responsabilità ben precise e, in questo caso, ho chiesto a tanti amici di usare la propria immagine per denunciare quanto sta accadendo sotto i nostri piedi e fare in modo che, con l’aiuto di tutti e il contributo di ciascuno di noi, si possano smuovere le coscienze di chi ci governa ma anche e soprattutto della gente, che deve far sentire sempre più forte la propria voce e ribellarsi a una gestione suicida del nostro ambiente”.
La mostra è un cammino doloroso lungo tutta la Penisola, che porta al capezzale di un’Italia ammalata che, però, vuole ancora lottare. Ogni regione è falcidiata da almeno una “piaga”. Un discorso esteso e globale che porta gli scatti fotografici e i racconti attraverso tutte le regioni di Italia, perché l’inquinamento ne risparmia solo una su venti.
«Nemmeno il Trentino si salva»
Nemmeno il Trentino si salva: “Anche in questo insospettabile paradiso verde, l’uomo ha fatto danni smaltendo nelle sue cave rifiuti provenienti da tutto il centro-nord. Immagini, parole e storie sono tutte tessere di un puzzle che andranno a ricomporre l’immagine di un’Italia reale, un Paese che, pur devastato dall’inquinamento, non si arrende allo stato delle cose ma cerca di cambiarle, per ridare ai cittadini la possibilità di vivere in un mondo in cui non si debba lottare per difendere quotidianamente il diritto alla salute. Nella mostra si parla anche della Lucania dove gli attivisti sono singole e isolate voci fuori dal coro che protestano come Cassandre inascoltate. Un luogo di una bellezza selvaggia e struggente, attraversato da corsi d’acqua avvelenati dai processi di estrazione del petrolio. Non mancano scatti fotografici che ritraggono Brescia, città sotto assedio dei costanti fumi prodotti dall’inceneritore e già ammorbata dai residui di lavorazioni dell’industria Caffaro, e Rosignano in Toscana, con un mare così azzurro e una spiaggia così bianca e fine da ricordare i Caraibi; qui, lo sguardo si fa confondere e abbagliare da quella che sembra una perfezione paradisiaca e, invece, è solo il prodotto artificiale e venefico degli scarti di lavorazione della imponente fabbrica chimica Solvay, che sorge proprio alle spalle della spiaggia e sversa in mare mercurio, cadmio, piombo, arsenico, rame, nichel e zinco”. La protesta e la condanna si intrecciano alla speranza: TRANSAVANTGARBAGE fa riflettere su quanto ci sia ancora da fare sul tema ambientale se si vuole avere una reale prospettiva di futuro e richiama ad una responsabilità individuale prima che pubblica su atteggiamenti, abitudini e partecipazione quotidiana da mettere in campo per dare un contributo significativo a preservare il pianeta di cui, dopotutto, siamo ospiti insieme a tanti altri essere viventi.
Dal 16 Maggio 2019 al 30 Giugno 2019 a Napoli
Luogo: Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore
Indirizzo: piazza S. Domenico Maggiore
Orari: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18:30