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Trivellazioni nel parco dei gorilla in Congo: il governo dà l’ok

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A nulla sono valse le proteste di ambientalisti e animalisti: il governo del Congo ha dato l’ok alle esplorazioni petrolifere nei parchi dei gorilla, il Virunga e il Salonga. Indignazione da parte di animalisti e ambientalisti: «Si distruggono patrimoni unici».
Il governo del Congo ha dato l’autorizzazione alle esplorazioni petrolifere nei parchi nazionali di Virunga e Salonga, siti riconosciuti dall’Unesco e in particolare il Salonga seconda maggiore foresta pluviale del mondo. Queste due riserve sono l’habitat naturale di moltissimi animali, compresi elefanti, pavoni del Congo, bombo (una specie di primate, decimata negli ultimi anni) e, soprattutto, dei gorilla di montagna, specie a rischio estinzione. 
 La decisione del governo congolese ha generato grandissima indignazione, soprattutto nei tanti ambientalisti e animalisti che da anni si battono contro questo progetto.
Un quinto del parco nazionale dei Virunga sarà aperto alla ricerca del petrolio. L’esecutivo ha approvato un legge che delega a una commissione di “declassificare” e dunque rendere trivellabili alcune porzioni dei due parchi.
Il biologo Daniel Schneider ha scritto su Twitter che “Il parco Virunga era già stato chiuso al pubblico dopo l’attacco ai ranger. Ora scopriamo che inizieranno a trivellare. Tutto questo è molto sospetto…Gli ultimi gorilla di montagna saranno le vittime della nostra avidità di petrolio”.
Le trivellazioni, otre a comportare danni alla fauna, rilasceranno nell’atmosfera enormi quantità di anidride carbonica, contribuendo al surriscaldamento globale.
Rene’ Ngongo, presidente dell’ Organizzazione congolese ecologisti e amici della natura (Ocean), aveva chiamato a raccolta associazioni ed ecologisti per difendere i parchi nazionali. In cento avevano risposto per dire ‘no’ al progetto del governo. “Vari scienziati hanno dimostrato l’enorme contributo che i parchi di Virunga e Salonga danno al Paese sul piano ecologico, ma anche all’economia” ha detto Ngongo all’emittente ‘Radio France internationale’. “Secondo alcuni studi – ha aggiunto l’attivista – le due riserve protette generano profitti maggiori rispetto a quelli che deriverebbero del petrolio, e di cui beneficiano anche le comunita’ locali, una cosa che con lo sfruttamento del greggio invece non accadrebbe”.

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