Trivelle sul Delta del Po: il Tar dà ragione agli ambientalisti
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Il Tar ha deciso che le trivellazioni previste con il Progetto Teodorico sul Delta del Po vanno bloccate; ha accolto il ricorso degli ambientalisti.
Il Tar ha deciso che le trivellazioni previste con il Progetto Teodorico sul Delta del Po vanno bloccate; ha accolto il ricorso degli ambientalisti.
«Il governo italiano aveva approvato la trivellazione per lo sfruttamento di gas nel sito patrimonio dell’Unesco, alle porte dell’area marina protetta “Nord Adriatico-Delta del Po”, che dovrebbe essere un rifugio sicuro per i mammiferi marini. L’approvazione aveva dato alla società australiana Po Valley Operations il permesso di costruire e operare una grande piattaforma di gas, nota come progetto Teodorico. Il Tar ha però riconosciuto l’assenza di valutazione di incidenza del progetto sull’area protetta e lo ha bloccato»: lo spiegano le ong ClientEarth, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF Italia e Greenpeace Italia.
Le ong hanno contestato il progetto nel 2021, sostenendo che «lo Stato non avesse valutato gli impatti delle attività di sfruttamento del gas sull’area protetta adiacente, che ospita delfini, tartarughe marine e una serie di altre specie fondamentali. Il giudice ha confermato che questa mancanza costituiva una violazione della normativa comunitaria e nazionale sulla natura, annullando il permesso di operare alla società e impedendo la costruzione della piattaforma di gas» spiegano le associazioni.
«Lo sfruttamento del gas ha già creato continui e gravi problemi di stabilità all’area del delta del Po, con molte proprietà perse a causa dell’innalzamento delle acque. Questo nuovo progetto ha sollevato ulteriori preoccupazioni per il collasso delle coste» aggiungono le associazioni. Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF Italia, ha dichiarato: «I progetti di trivellazione in Italia vanno a vantaggio solo delle aziende che li realizzano, utilizzare una dinamica di emergenza del gas che non esiste è sbagliato, sacrificare poi persino la natura, cioè un’area protetta, sarebbe stato profondamente ingiusto. L’Italia deve pensare ad attuare la transizione energetica e le energie rinnovabili».
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