Imprenditori e decrescita: un connubio impossibile? A Rimini, il movimento della decrescita s’incontra con la punta più avanzata dell’imprenditoria italiana per lanciare insieme la sfida di un’economia sostenibile e felice.
Decrescita e imprenditoria: apparentemente non ci potrebbero essere due concetti più lontani tra di loro. Ma è proprio così? Il concetto di decrescita, nato e maturato nel mondo accademico, porta avanti la tesi secondo la quale la crescita economica, se intesa esclusivamente come aumento costante del prodotto interno lordo, non è sostenibile per l’ecosistema della terra. Ma in realtà nella maggior parte dei casi non si tratta tanto di fare meno, ma di fare meglio.
Oltre il consumismo
Molti vedono questa corrente di pensiero come una sorta di utopia anacronistica, che fa venire in mente il ritorno alla carrozza con i cavalli e alle candele, piuttosto che un avanzamento della tecnologia nella direzione del risparmio energetico e nella scelta di fonti di energia rinnovabile. Con questo obiettivo il nascente Movimento per la decrescita felice (www.decrescitafelice.it) si è ritrovato per la prima volta a Rimini insieme a un folto gruppo di imprenditori, in gran parte legati al settore energetico, per iniziare un dialogo volto a coinvolgere le aziende più innovative del panorama italiano. Gli imprenditori che hanno partecipato all’incontro sono tra quelli che si rendono conto che la vera utopia non è la decrescita, ma semmai la crescita infinita su un pianeta finito e che occorre indirizzare la tecnologia e l’innovazione verso il risparmio, la qualità e il basso impatto ambientale nell’intero processo produttivo. «L’economia della crescita indirizza l’innovazione tecnologica all’incremento della produttività,» spiega Maurizio Pallante, autore tra l’altro del libro La decrescita felice e attualmente consulente del Ministero dell’ambiente «ovvero al numero di prodotti che si ottengono in un’unità di tempo, oppure alla innovazione degli oggetti: se c’è un oggetto nuovo, uno sente che quello che ha è un oggetto vecchio ed è portato a sostituirlo; lo scopo è quello di accorciare la durata di vita degli oggetti, di conseguenza aumentando il volume dei rifiuti. Io questo lo definisco un regresso tecnologico, più che un progresso. In realtà abbiamo bisogno di più tecnologia, ma con dei principi di base completamente diversi da quelli attuali». «Il Movimento per la decrescita felice» continua Pallante «ritiene che già oggi nel mondo produttivo, tra gli imprenditori, i professionisti e gli artigiani, esistano competenze professionali e capacità tecnologiche in grado di utilizzare, implementare e sviluppare tecnologie che consentono di ridurre l’incidenza di materie prime, energia e rifiuti per unità di prodotto, di allungare la durata di vita degli oggetti, di recuperare e riutilizzare al termine della loro vita utile le materie prime di cui sono composti. In una parola di ridurre al minimo l’impronta ecologica. Queste competenze professionali e queste tecnologie ci sono, si tratta solo di valorizzarle». «Se si riesce a fare una saldatura tra gli stili di vita, l’aspetto dell’innovazione tecnologica finalizzata alla decrescita e l’aspetto di un programma politico coerente con questi elementi» conclude Pallante, «possiamo avere una ragionevole speranza che la decrescita non sia solo una questione di principio, che non si limiti ad essere una scelta di poche persone illuminate, ma diventi un paradigma culturale in grado di invertire la situazione attuale. I prossimi passi sono la definizione di un programma politico: intendiamoci, non un programma di partito ma il programma di un movimento che vuole contaminare tutti i partiti e le associazioni, diventando una sorta di “lievito” che fa maturare una massa più ampia. Iniziative come queste rappresentano una straordinaria opportunità per ragionare tutti insieme su una serie di proposte di competenza della politica che vanno rivolte ai soggetti politici, dimostrando che è possibile tecnicamente perseguire delle scelte diverse da quelle che si scelgono normalmente». Il prossimo appuntamento sarà a Terra Futura dal 18 al 20 maggio a Firenze, dove il Movimento per la decrescita felice verrà presentato ufficialmente. Sarà presente anche Aam Terra Nuova, sempre attenta ai temi della decrescita, che nella stessa occasione celebrerà i suoi trent’anni d’attività.
Imprenditori per la decrescita
Pubblichiamo qui di seguito uno stralcio del documento che è stato sottoscritto il 18 marzo scorso al termine dell’incontro di Rimini da imprenditori, professionisti e artigiani. Il Movimento per la decrescita felice ritiene che […] sia indispensabile valorizzare le competenze professionali e le tecnologie in grado di ridurre l’incidenza di materie prime, energia e rifiuti per unità di prodotto, di allungare la durata di vita degli oggetti, di recuperare e riutilizzare al termine della loro vita utile le materie prime di cui sono composti. In una parola, di ridurre al minimo l’impronta ecologica. A tal fine ha organizzato […] un seminario rivolto agli imprenditori, ai professionisti e agli artigiani che posseggono queste tecnologie e queste competenze professionali, invitandoli a confrontarsi sulla possibilità di creare sinergie e forme di collegamento finalizzate ad accrescere sia l’efficacia della loro attività in termini di riduzione del consumo di risorse e della produzione di rifiuti a parità di produzione, sia la loro penetrazione sul mercato.
A tal fine propone ai partecipanti di:
1. elaborare insieme al Movimento per la decrescita felice e sottoscrivere un codice etico in cui si impegnano ad adottare nella propria attività tecnologie e forme organizzative finalizzate a ridurre i propri consumi energetici, l’uso di sostanze nocive, le emissioni inquinanti e la produzione di rifiuti nei propri processi produttivi;
2. applicare volontaristicamente i criteri e le metodologie della certificazione Emas1 alla propria attività;
3. concorrere a realizzare, laddove sia possibile, forme di collaborazione nella realizzazione di progetti complessi che richiedono il coinvolgimento di più professionalità, tipicamente progetti Esco2;
4. realizzare, laddove sia possibile, forme di scambio e riutilizzazione delle materie di scarto di alcuni processi produttivi come materie prime secondarie per altri cicli produttivi (tipo «borsa dei rifiuti»);
5. inserire la propria azienda in un elenco di produttori, professionisti e artigiani, suddiviso per regioni e tipologie operative, che il Movimento per la decrescita felice propone e promuove attraverso il proprio sito, previa verifica dell’impegno a utilizzare le proprie competenze tecnologiche e professionali per ridurre al minimo i consumi di energia, i consumi di materie prime e la produzione dei rifiuti dei propri committenti;
6. accettare che l’inserimento in questo elenco sia vincolato a un feed back di gradimento da parte dei committenti che si indirizzeranno a loro in conseguenza della promozione effettuata sul sito del Movimento per la decrescita felice;
7. proporre ad altri imprenditori, professionisti e artigiani di loro conoscenza che posseggano competenze e tecnologie in grado di contribuire al raggiungimento degli obbiettivi indicati e accettino le motivazioni etiche da cui sono dettati, di aderire a questa iniziativa.
Note
1. Il sistema Emas è stato istituito con Regolamento (CEE) 1836/93 ed è uno strumento di politica ambientale ed industriale a carattere volontario volto a promuovere costanti miglioramenti dell’efficienza ambientale delle attività industriali.
2. Energy Service Company: si tratta di società che operano ristrutturazioni finalizzate ad accrescere l’efficienza energetica, ovvero a ridurre il consumo di energia primaria a parità di servizi finali. I risparmi economici che si riescono a ottenere vengono utilizzati per ammortizzare i costi d’investimento.
a cura di Nicholas Bawtree