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Vandana Shiva: «A scuola no al cibo spazzatura, sì all’insegnamento dell’emergenza climatica»

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«Vogliamo un cibo proveniente da un’agricoltura che si prende cura della terra, che porta con sé la soluzione alla crisi ecologica, climatica e sanitaria». Così Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, autrice del libro ” Agroecologia e crisi climatica” (Terra Nuova Edizioni).
“Vogliamo lavorare in armonia con le leggi della natura o continuare ancora con la violenza contro la terra per mangiare cibo prodotto in laboratorio e da un’agricoltura sempre più artificiale? Noi vogliamo un cibo proveniente da un’agricoltura che si prende cura della terra, che porta con sé la soluzione alla crisi ecologica, climatica e sanitaria”. Così Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, in occasione della presentazione del nuovo rapporto “Il Futuro del cibo – Biodiversità e agroecologia per un’alimentazione sana e sostenibile, scaricabile on line gratuitamente.
La presentazione del rapporto di Navdanya International avviene in un momento in cui si assiste a una massiccia campagna di disinformazione nei confronti delle alternative produttive, come quella agroecologica, alimentata dalle stesse multinazionali del settore, con metodologie già denunciate nei MonsantoPapers, e che coinvolgono sedicenti gruppi di scienziati, parlamentari poco informati e giornalisti.
«Parte della nuova austerità neoliberale – ha sottolineato Vandana Shiva – impoverisce le istituzioni pubbliche e poi arrivano le multinazionali a modificare l’informazione. Noi dobbiamo riprenderci le scuole e le menti dei nostri figli. E sono molto contenta che abbiate un ministro dell’istruzione molto illuminato (ndr Lorenzo Fioramonti), che si è schierato contro i cibi spazzatura e a favore dell’educazione sul cambiamento climatico nelle scuole».
Mariagrazia Mammuccini, presidente di Federbio, ha confermato l’esistenza di un attacco sistematico nei confronti del biologico e del biodinamico, nonostante siano gli unici sistemi ad avere dei disciplinari: «C’è un attacco all’agricoltura biologica e biodinamica: c’è una legge ora che dà struttura al mondo del bio, ma c’è stato un attacco del mondo “scientifico” che ha chiesto il blocco di questa legge. Questo è un attacco strumentale – ha concluso la Mammuccini – dietro al quale ci sono animatori legati alle multinazionali».
Nadia El-Hage Scialabba, membro della Commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura, ha rilevato come gli attacchi delle industrie chimiche caratterizzino la storia del biologico negli ultimi 30 anni: “C’è stata una successione di tentativi negli anni di appropriazione dei termini usati in agricoltura biologica, delle sue pratiche, dello stesso aspetto dei campi, ma per promuovere altri sistemi. E’ un attacco sistematico contro il biologico. E quello che viviamo oggi, e in una maniera molto violenta, è che ogni volta che il movimento biologico e biodinamico cerca di andare avanti, ci si deve difendere dall’accusa di essere non scientifici, quando in realtà abbiamo un approccio sistemico che è più sofisticato di quello riduzionista su sui si basa l’agricoltura convenzionale”. 
 
Bernardo Gozzini, climatologo e direttore del Consorzio Lamma, ha citato il recente rapporto dell’Ipcc sul cambiamento climatico e l’utilizzo delle terre, in cui risulta evidente il ruolo dell’agricoltura nelle emissioni di gas serra. L’agricoltura può avere infatti un duplice ruolo, sia in termini di provocare emissioni, sia in termini di assorbimento dell’anidride carbonica, che dipende da quale tipo di agricoltura si pratica.
In occasione dell’incontro dal titolo “ L’agricoltura che fa bene al clima ”, è stato anche presentato l’ultimo libro di Vandana Shiva “ Agroecologia e crisi climatica”, pubblicato da Terra Nuova Edizioni. Il libro dimostra che le pratiche agricole sostenibili sono l’unica soluzione per combattere le ineguaglianze sociali e il cambiamento climatico, e garantire a tutti gli abitanti della Terra il cibo e l’acqua.
Il rapporto “Il Futuro del cibo – Biodiversità e agroecologia per un’alimentazione sana e sostenibile”, gratuitamente scaricabile on line, riunisce esperti internazionali, raccoglie testimonianze di resistenza globale contro il sistema agroalimentare industriale, annovera esempi di buone pratiche tra agricoltori, comunità locali e organizzazioni della società civile, come parte della campagna di Navdanya International Per un cibo e un’agricoltura liberi da veleni e offre, in prosecuzione del lavoro della Commissione Internazionale sul Futuro del Cibo e dell’Agricoltura, una prospettiva globale e si pone come continuazione dell’analisi dei sistemi agroalimentari iniziata con la pubblicazione del Manifesto Food for Health – Cibo per la Salute del 2018.

Per approfondire

La crisi ambientale, sociale ed economica che viviamo oggi ha un principale colpevole: l’attuale modello agroalimentare, che espone l’intero Pianeta ai pericoli di una nuova estinzione di massa, depredando le risorse naturali, come l’acqua e la fertilità dei suoli. Nel libro Agroecologia e crisi climatica, Vandana Shiva e Andre Leu presentano i risultati delle ultime ricerche scientifiche, dimostrando che un altro modello agricolo non solo è possibile, ma anche necessario, per combattere la fame, frenare i cambiamenti climatici e arginare la devastazione del Pianeta.
La questione ha anche una valenza di ordine sociale e politico. L’agricoltura industriale, basata su monocolture, pesticidi e biotecnologie, rende sempre più dipendenti e indebitati gli agricoltori consegnando i saperi, i mezzi di produzione e gli stessi semi nelle mani di poche multinazionali, con una concentrazione di potere senza precedenti nella storia.
In un testo destinato a fare storia, gli autori smontano un modello produttivo a lungo celebrato come efficiente, ma che ad uno sguardo più attento si mostra del tutto incapace ad affrontare le sfide della crisi climatica, la fame nel Sud del mondo e la malnutrizione cronica nei paesi cosiddetti sviluppati. La soluzione è nelle pratiche agricole sostenibili supportate da nuove conoscenze agronomiche in grado di valorizzare la complessità del vivente, garantire cibo sano per tutti e una nuova democrazia per il futuro del Pianeta.

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