Vulcano sottomarino, patrimonio di biodiversità, minacciato dalle estrazioni minerarie
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Durante la spedizione “C’è di mezzo il mare” nel Mediterraneo, Greenpeace ha documentato parte della ricca biodiversità presente nell’area del Palinuro seamount, complesso vulcanico sottomarino al largo delle coste della Campania e della Calabria. Ora minacciato dalle estrazioni minerarie.
Durante la spedizione “C’è di mezzo il mare” nel Mediterraneo, Greenpeace Italia ha documentato parte della ricca biodiversità presente nell’area del Palinuro seamount, un complesso vulcanico sottomarino che si estende per oltre 50 km di lunghezza a largo delle coste della Campania e della Calabria, nel mar Tirreno meridionale. L’area, che ospita numerose specie tra cui il corallo giallo e grandi predatori pelagici come il delfino Stenella striata e diverse specie di squali, è oggetto di interesse di alcune compagnie private che vorrebbero estrarre i minerali presenti dai suoi fondali, «con gravi rischi per l’ambiente e la vita marina» sottolinea Greenpeace.
Con l’utilizzo di un ROV (una sorte di drone subacqueo filoguidato), Greenpeace Italia ha documentato le specie presenti su una delle sommità del vulcano, a circa 120 metri di profondità: echinodermi tra cui gigli di mare, ricci matita e oloturie; cnidari, tra cui la gorgonia gialla e il corallo giallo; tunicati e piccoli pesci. A circa 90 metri il ROV ha inoltre documentato la presenza di diverse specie di alghe, un indicatore della trasparenza delle acque.
I seamount hanno un effetto aggregativo sui grandi predatori pelagici, tra cui squali, tonni e cetacei, come dimostrano gli avvistamenti in superficie. La spedizione ha documentato in particolare una ricca presenza di delfino stenella striata, un cetaceo comune di mare aperto che predilige per vivere proprio l’area intorno ai seamounts. «L’avvio di estrazione di minerali dai fondali e dalle pendici delle montagne sottomarine, il cosiddetto Deep Sea Mining (DSM), potrebbe compromettere la sopravvivenza di queste specie, aggravando l’impatto già ampiamente comprovato della pesca – afferma Greenpeace – Nel 2023 il Palinuro seamount è stato inserito nella lista dei Siti di interesse comunitari (SIC), eppure non mancano lenze da pesca abbandonate sul fondale, spesso ricoperte in superficie dai gigli di mare e altri organismi. Le lenze presenti sono riconducibili alla pesca con il palangaro verticale di profondità per la cattura di diverse specie di pesci».
Per proteggere il Mediterraneo e le sue montagne sottomarine come il Palinuro seamount, Greenpeace Italia ha lanciato una petizionerivolta al governo affinché supporti una moratoria internazionale che blocchi l’avvio del Deep Sea Mining e protegga il nostro mare dallo sfruttamento minerario.
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Una coalizione di 87 organizzazioni e reti della società civile internazionale ha rilasciato una dichiarazione congiunta che chiede di non realizzare il Corridoio Sud dell’Idrogeno, infrastruttura di 3300 chilometri che dal Nord Africa dovrebbe arrivare in Germania, passando per l’Italia.
«Se non ridurremo le emissioni di gas serra, nel 2050 avremo perso quasi la metà (il 48,5%) della superficie attualmente coperta dai ghiacciai sulle Alpi italiane, mentre nel 2100 dovremo dire addio alla quasi totalità (il 94%) della superficie dei nostri giganti bianchi»: lo afferma Greenpeace.
È all’esame del Parlamento il Decreto Legge urgente, già approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 marzo, volto a ridurre i livelli consentiti di PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili e a inserire limiti per il TFA (acido trifluoroacetico).
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