Si è chiusa la Conferenza di Ginevra sulla biodiversità e il WWF si dice «preoccupato per i limitati progressi compiuti». Il meeting ha riunito i negoziatori dei governi mondiali per discutere la bozza di testo del quadro globale sulla biodiversità (Global Biodiversity Framework) post-2020. Il piano finale dovrebbe essere adottato alla COP15 della CBD a Kunming, in Cina, entro la fine dell’anno.
Si è chiusa la Conferenza di Ginevra sulla biodiversità e il WWF si dice «preoccupato per i limitati progressi compiuti». Il meeting ha riunito i negoziatori dei governi mondiali per discutere la bozza di testo del quadro globale sulla biodiversità (Global Biodiversity Framework) post-2020. Il piano finale dovrebbe essere adottato alla COP15 della CBD a Kunming, in Cina, entro la fine dell’anno.
Marco Lambertini, direttore generale del WWF Internazionale, ha dichiarato: «Il mondo ha finalmente compreso che la perdita di natura rappresenta un’enorme minaccia per salute e benessere umano. Eppure, nonostante i leader abbiano ripetutamente dichiarato il proprio impegno ad agire per proteggere la natura, a Ginevra abbiamo assistito solo a piccoli passi avanti. Sarà essenziale che nel prossimo round di negoziati ci sia una maggiore leadership se vogliamo raggiungere un accordo sulla strategia globale per la biodiversità a prova di futuro e in linea con le sfide che dobbiamo affrontare. Accogliamo con grande favore il crescente consenso raccolto dall’approccio nature-positive per invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. A differenza del cambiamento climatico, la perdita di natura è ancora priva di un piano che sappia guidare le attività in tutti i settori. I paesi devono quindi garantire urgentemente un alto livello di ambizione alla COP15, assicurandosi che il piano finale contenga tutti gli ingredienti per realizzarlo. È fondamentale arrivare alla fine di questo decennio con più natura, non con meno. I governi dovrebbero agire concretamente per invertire la perdita di natura».
I negoziati a Ginevra non sono riusciti a compiere progressi in diversi settori chiave, come il piano finanziario e l’equa condivisione delle risorse genetiche, rendendo quindi necessario l’annuncio di un ulteriore ciclo di negoziati a Nairobi, dal 21 al 26 giugno. Il WWF evidenzia la mancanza di sostegno politico e leadership come fattori determinanti nelle difficoltà incontrate. I governi devono dare la giusta priorità ai negoziati di giugno affinché sia evitato un possibile fallimento della stessa COP15.
Il WWF sostiene fermamente l’obiettivo globale di protezione e ripristino del 30% della terra e degli oceani, ma sottolinea che un mondo nature-positive non sarà possibile senza agire sulle cause della perdita di biodiversità, come ad esempio l’agricoltura, la pesca, la silvicoltura e le infrastrutture. Un elemento su cui porre particolare attenzione è l’obiettivo relativo alle specie, contenuto nella bozza di accordo.
La precedente strategia impegnava i governi mondiali a fermare la perdita di specie entro il 2020. Con la formulazione uscita dai negoziati di Ginevra di porre fine alla perdita di specie entro il 2030, il WWF è «preoccupato che i governi non siano disposti ad anticipare l’azione – si legge in una nota – Il dibattito sugli strumenti finanziari, sia su chi paga per contrastare la perdita di biodiversità, sia sui passi necessari per trasformare i sistemi finanziari in modo che lavorino a favore e non contro la natura, è proseguito fino all’ultimo giorno dei colloqui. I paesi in via di sviluppo hanno chiesto maggiori finanziamenti per sostenere azioni».
Il WWF sottolinea la necessità che a Nairobi i Paesi trovino un accordo su come sarà finanziato il piano finale e sottolinea che, senza un forte meccanismo di attuazione e maggiori finanziamenti, il piano definitivo delle Nazioni Unite non sarà in grado di garantire un’azione ambiziosa sul campo.