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La lentezza è l’arte del saper vivere

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La lentezza? E’ un atteggiamento che ci consente di accorgerci del mondo che ci circonda. L’associazione Vite in Viaggio le idee le ha chiare e le condivide in una grande festa, quella che celebra, appunto, la lentezza: a Roncajette di Ponte San Nicolò (Padova) dall’1 al 4 ottobre.
Quattro giorni densi di proposte, riflessioni, spunti, ma vissuti con la giusta lentezza, quella che ci dà modo di assaporare il mondo che ci sta intorno. E’ modo e intento dell’associazione Vite in Viaggio che organizza dall’1 al 4 ottobre a Roncajette di Ponte San Nicolò (Padova) il Festival della Lentezza, di cui Terra Nuova è media partner.
«Sgombriamo subito il campo dall’idea di assimilare il concetto di lentezza a quello di pigrizia o inedia – spiega Luca Lideo, presidente dell’associazione – molto spesso l’obiezione che ci viene mossa è che nel mondo d’oggi è necessario andare di corsa. Siamo convinti che Lentezza significhi anche questo, ovvero saper correre quando è necessario farlo, ma significa con altrettanta forza sapersi fermare quando è altrettanto necessario. Lentezza è un atteggiamento che ci consente di accorgerci del mondo che ruota attorno a noi, significa avere la consapevolezza dell’altro. Mettere in pratica “l’arte della lentezza” direi che implica l’essere curiosi, il non fermarsi all’apparenza, voler conoscere il mondo abbandonando l’illusoria superficialità a cui tutto oggi sembra essere ricondotto».
Perché secondo voi c’è bisogno di un appuntamento come questo? Quale il cambiamento di paradigma che proponete?
«Ci piacerebbe far capire che la medesima cosa può avere punti di vista diversi di osservazione e che cambiando il nostro modo di vedere le cose possono mutare anche i significati stessi che noi assegniamo al mondo. Uno dei paradossi che mi viene in mente è che oggi noi viviamo in una società di viaggiatori, tutti viaggiano, da bambini, da adulti, da anziani. In realtà quello che noi facciamo è semplicemente effettuare un gran numero di spostamenti e ciò che in realtà cerchiamo è di ridurre il più possibile il tempo del viaggio per goderci l’ombrellone in riva al mare o la panchina sotto al pino. Il viaggio è occasione d’incontro, di scoperta non è solo un noioso tragitto…ecco ripartiamo da qui! Sotto questo punto di vista erano molto più viaggiatori i nostri nonni che con la loro bicicletta percorrevano chilometri per andare al lavoro o semplicemente per giocare a carte nel bar del paese».
Quale il riscontro finora avete ottenuto da parte del pubblico?
«Siamo stati soddisfatti nel vedere gruppi molto eterogenei di persone partecipare alle serate, abbiamo sempre avuto importanti incoraggiamenti nel proseguire questo cammino, ma devo anche sottolineare la personale soddisfazione nell’incontrare alcuni importanti testimoni del nostro tempo che sono venuti a raccontarci la loro esperienza ed il loro vissuto. Il Festival vuole essere una festa, ma vuole anche essere diciamo un’occasione di confronto e scambio di esperienze. Il Festival è promosso dall’Associazione Vite in Viaggio, la prima edizione si è tenuta nel 2009 ed è un evento con cadenza biennale.  Forse però la cosa principale è che siamo un gruppo di amici che si diverte a fare quello che fa, sempre aperti ai contributi di chi voglia unirsi con noi al viaggio…».

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