Vi piacciono i boschi, i paesaggi incontaminati, il contatto con la natura e non volete rinunciarvi neanche d’inverno? Allora il Parco delle Foreste Casentinese può essere la meta ideale per una escursione invernale suggestiva.
Boschi fittissimi e odorosi, dove predominano le faggete, ma dove non mancano i pascoli, i prati, le rocce, i corsi d’acqua e i laghi: è ciò che si trova nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, un’area protetta divisa tra Romagna e Toscana, a cavallo tra tre province: Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Un’area vastissima, quasi 37mila ettari. Le quote del territorio del Parco variano dai 400 metri ai 1600: un’altitudine considerevole che, nei mesi invernali, porta copiose nevicate. Affondare le ciaspole nel manto bianco, sotto l’intrico di rami nodosi, è come fare un salto nel passato, quando quel percorso era lo stesso che facevano i boscaioli o i pellegrini stanchi e anche le condizioni erano più o meno gli stessi di oggi: racchette ai piedi (certo, magari un po’ più rudimentali), vestiti pesanti (certo, magari non in microfibra), aria gelida nei polmoni e la foresta tutta intorno, densa dell’odore muschioso di sottobosco e come compagnia il suo silenzio fitto di fruscii e scricchiolii. Il Parco apre a tante possibilità quante sono le persone che lo visitano che possono trovare tra le sue molte sfaccettature quelle che le rispecchia di più e molto altro.
L’inverno e la magia della neve
Uno dei modi migliori per vivere la foresta è camminarci in mezzo, conquistandola un passo dopo l’altro. Per questo il Parco offre la possibilità di noleggiare delle ciaspole o degli sci da fondo e avventurarsi, insieme a una guida esperta, lungo uno dei molti sentieri a disposizione, sia di giorno che in notturna, armati di torce, per scoprire quella foresta che si nasconde alla luce del sole ed emerge, magica, solo con il calare delle tenebre. Chi, però, al passo lento della ciaspola preferisce le discese rapide sugli sci o sollo snow, ha a disposizione piste attrezzate e un’area per la gli amanti della tavola, per ammirare la natura letteralmente a testa in giù, a bordo dello snowboard.
QUI tutte le proposte invernali.
Lupi e cervi
Il re indiscusso della foresta, nel Parco del Casentino, è il lupo. Qui è di casa, ma si tiene ben lontano dall’uomo. Se ne può sentire l’ululato in lontananza. Come fare? Basta
consultare il calendario invernale del Parco e unirsi a una sessione notturna di ‘wolf-howling’, ascolto dell’ululato, in compagnia di esperti che sappiano guidare l’udito di chi ascolta. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, invece,
è possibile prendere parte al censimento del cervo: la conta degli esemplari maschi attraverso l’attento ascolto del verso tipico, il bramito, che emettono durante il periodo dell’accoppiamento. Ascoltarlo insieme ad esperti di fauna locale, proprio come con l’ululato del lupo, significa farsi guidare nell’afferrare tutto quello che gli animali selvaggi hanno da raccontare. E si tratta davvero di racconti interessanti.
L’uomo nel Parco, tra storia e storie
Natura incontaminata, sì, ma nel Parco non mancano i segni lasciati dall’uomo. Primo tra tutti l’uomo del quinto secolo avanti cristo. Sul monte Falterona (con i suoi 1658 metri sul livello del mare è il secondo più alto del parco dopo monte Falco) si trova una piccola polla d’acqua. Niente di particolarmente suggestivo, se non fosse per quello che celano le sue superfici: sotto lo specchio di acqua gelida, infatti, è nascosto un importante sito archeologico, in cui sono state ritrovate decine di statuette di età etrusca raffiguranti perlopiù esseri umani, ma in alcuni casi anche animali. Gli archeologi ritengono che si trattasse di ex voto e che proprio nel lago del Falterona venissero gettati per chiedere il favore degli dei. Molte delle statuette si possono ammirare al museo archeologico del Casentino di Bibbiena.
Senza spostarsi dal Falterona si può tributare un saluto all’Arno, là dove sgorga alla superficie dalle viscere della terra: il grande fiume toscano nasce proprio qui, nella forma di un ruscello cantato da Dante stesso nella sua Commedia: ‘Ed io: per mezza Toscana si spazia/un fiumicel che nasce in Falterona/e cento miglia di corso nol sazia’. Non è l’unico corso d’acqua cantato da Dante nel suo capolavoro: a pochi chilometri da San Benedetto in Alpe, infatti, sgorga la cascata dell’Acquacheta: un precipizio mozzafiato e una cascata dalla quale nelle giornate di sole nascono mille arcobaleni. ‘Come quel fiume c’ha proprio cammino/ prima dal Monte Viso ‘nver’ levante/ da la sinistra costa d’Apennino / che si chiama Acquacheta suso, avante/ che si divalli giù nel basso letto/ e a Forlì di quel nome è vacante rimbomba là sovra San Benedetto/ de l’Alpe per cadere ad una scesa/ ove dovea per mille esser recetto/ così, giù d’una ripa discoscesa trovammo risonar quell’acqua tinta/sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa’. Queste le parole di Dante, ed è vero che il precipitare furioso dell’Acquacheta giù per il dirupo è capace di confondere chi la ascolta troppo a lungo.
I luoghi della spiritualità
I santuari della
Verna e di
Camaldoli sono i luoghi della spiritualità ufficiale. Le foreste monumentali che li circondano hanno ispirato il raccoglimento, la riflessione e la preghiera in comunità monastiche che ancora oggi popolano i monasteri. Nel caso della Verna fu lo stesso San Francesco d’Assisi ad eleggere il luogo per il suo eremitaggio. I pellegrini possono visitare la grotta dove abitava e immaginarne la vita. Qui, circondati su ogni lato da pietre muschiose, nel silenzio carico di vita della foresta, non c sembrano anacronistiche o forzate le riflessioni del santo sull’amore per la natura e tutte le creature. Entrambe le comunità religiose offrono la possibilità di pernottare per più notti per vivere appieno la vita del monastero in ogni suo aspetto.
Il borgo di Ridracoli e la diga
A valle, a soli 476 metri sul livello del mare, si trova il paese di Ridracoli, nel comune di Bagno di Romagna. L’abitante ufficialmente residente nel villaggio è solo uno, quindi non si sperino di trovare vetrine illuminate, cinema o locali notturni. Ridracoli, però, è un paese ricco di storie e misteri e, qualora si riesca a incontrare la persona giusta, è possibile ascoltare racconti del terrore, su fantasmi vendicativi e pareti grondanti sangue. Una mastodontica diga sorge a pochi chilometri dal centro abitato: oltre 600mila metri cubi di calcestruzzo che sbarrano il percorso del fiume Bidente dando vita a un bacino con una capienza totale di oltre 33 milioni di metri cubi d’acqua (ovvero 33 miliardi di litri) per una profondità di 82 metri. Se la diga è stata inaugurata nel 1982 per l’approvvigionamento idrico della Romagna, è vero che oggi è anche meta di turismo, sia per ammirare il panorama, sia per fare gite in battello o in canoa. Questo è uno dei punti di partenza per visitare la foresta monumentale della Lama, raggiungibile solo a piedi o a bordo di una delle navette che partono giornalmente da Bagno di Romagna.
La riserva integrale
All’interno del Parco nazionale vi è anche la riserva naturale integrale di Sasso Fratino. Nell’oasi, che si estende per 764 ettari nel versante appenninico del Parco, è assolutamente vietato entrare. È stata la prima riserva naturale in Italia, istituita nel 1959, prima che cementificazione selvaggia e cambiamenti climatici rendessero urgente l’acuirsi della sensibilità ambientalista. Il rigidissimo divieto di accesso, negli anni, non è mai stato sollevato per proteggere intatto un lembo di foresta rimasto vergine anche grazie alla sua aspra conformazione fisica. Il 7 luglio del 2017 è stato inserito nel Patrimonio mondiale dell’umanità dalla commissione Unesco. E un patrimonio lo è davvero, Sasso Fratino, con le sue faggete vetuste, la fauna ricca e i panorami mozzafiato che nessun amante del trekking potrà ammirare in nome di una tutela decisamente lungimirante. Per quanto sia vietato visitare la riserva, camminando nei sentieri del parco è bello pensare che, a un passo, si trova un cuore incontaminato e incorrotto che si spera rimanga tale ancora a lungo.
Tutte le informazioni su come raggiungere il parco, sulle attività e sulle possibilità di pernottamento e ristorazione sono sul sito ufficiale:
www.parcoforestecasentinesi.it