Profumo di lavanda: alla scoperta della Provenza d’Italia

Con il  numero di giugno della rivista Terra Nuova vi portiamo a Sale San Giovanni, piccolo borgo in provincia di Cuneo che ha avuto la forza di rinascere dopo un periodo difficile, tra spopolamento e terreni inariditi, che oggi accolgono meravigliosi campi di lavanda in cui convivono rigogliosi anche salvia, melissa, elicriso e rosmarino. In un tripudio di colori e profumi.

Grandi sfere allineate, globi colorati e profumati che risuonano del ronzio incessante di api laboriose, formano lunghe file che seguono le curve ondulate del terreno, perdendosi verso l’orizzonte mentre il mondo diventa un frinire incessante di insetti, immerso nella luce limpida e colorato di viola e biondo. Un mondo dai ritmi rilassati, in cui viene spontaneo vagare senza meta tra i campi coltivati, lasciandosi guidare dai propri sensi.

Ce lo raccontano Franco Voglino e Annalisa Porporato nel loro bell’articolo, pubblicato appunto su Terra Nuova di giugno.

I campi di lavanda sono uno spettacolo imperdibile per chi ama la fotografia e per chi adora le fioriture in tutte le loro forme, in special modo lo sono verso la fine di giugno, quando le piante sembrano rincorrersi su per i dolci pendii fino a scontrarsi contro i campi di elicriso dal giallo solare e le erbe officinali dagli intensi profumi, creando una palette di colori romantica e scenografica. 

Non siamo nella mitica Provenza ma in Piemonte, in provincia di Cuneo, ed esattamente nel Comune di Sale San Giovanni. Un borgo posto a circa 600 metri di altitudine, che ha conosciuto un periodo difficile, data la povertà dei terreni, e che, dopo un periodo di spopolamento, ha saputo reagire mutando le coltivazioni. Ed ecco arrivare la lavanda, che non necessita di terreni fertili e neppure di molta acqua, ma piuttosto di una buona esposizione al sole, con l’elicriso e altre piante officinali che in questi luoghi vegetano rigogliose, come rosmarino, salvia, melissa. In pochi anni, la coltivazione a Sale San Giovanni si è ampliata e oggi questo borgo è diventato una piacevole e insolita realtà turistica.

Trovate l’articolo integrale sul numero di giugno di Terra Nuova che trovate QUI